Jacopo Salvadori
Nonostante abbia cercato di riprendere il percorso verso la creazione di uno spazio euromediterraneo dopo il dissolvimento del Processo di Barcellona - programma di cooperazione multilaterale avviato nel 1995 dall'Unione Europea con lo scopo di creare una strategia politica, economica e culturale comune per i Paesi del Mediterraneo di fronte alle varie primavere arabe l'Europa non è stata la protagonista che ci si aspettava. È quanto emerge dall’indagine Euromed presentata nei giorni scorsi al Parlamento Europeo, secondo la quale l’Unione per il Mediterraneo, l’organismo creato su iniziativa del presidente francese Sarkozy nel 2008 che raggruppa quarantatré Paesi, non è stata sufficientemente operativa, pur rimanendo uno strumento valido per contribuire allo sviluppo e alla stabilità dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum.
Incaricato dalla Commissione Europea, l’Istituto Europeo per il Mediterraneo ha raccolto da dicembre 2011 a gennaio 2012 i pareri di 700 esperti e politici, chiedendo loro di valutare l'impegno degli stati esteri e degli organismi internazionali verso i Paesi del Maghreb che hanno vissuto le primavere arabe. A questi esperti è stato chiesto di dare un giudizio da uno a dieci al supporto fornito dagli organismi internazionali e dagli stati intervenuti direttamente nella regione. Al primo posto risulta la Turchia che ha guadagnato una media del 5.9, seguita da Unione Europea (5.4), Stati Uniti (4.9), Lega Araba (4.4), Consiglio di Cooperazione del Golfo (3.7), Arabia Saudita (3), Cina (2.9), Russia (2.8) e Iran (2.2).
Il sorpasso della Turchia sull’Ue – che fa riflettere anche sul suo mancato ingresso nell’Europea dei 27 - sta a significare la difficoltà per i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo nell’inquadrare l'Ue come un’entità omogenea, visto come si è mossa in occasione delle rivolte. In Egitto, Tunisia, Libia e Siria l’Unione Europea ha sostenuto il cambiamento politico, mentre in Marocco e Giordania ha preferito contribuire al mantenimento della stabilità. In Algeria e in Libano non ha avuto nessun tipo di impatto sugli sviluppi interni.
L'indagine Euromed mette in luce anche gli sforzi dell'Ue per quanto riguarda i piani di sostegno economico.
Il programma Spring , di supporto alla transizione democratica, alla crescita sostenibile e allo sviluppo economico, per il quale sono stati stanziati 350 milioni di Euro, insieme ad altri progetti finalizzati al miglioramento della mobilità nella regione, all'accesso all'acqua potabile, allo sviluppo delle aree rurali, alla sanità e all'istruzione, sono visti dalle stesse popolazioni del Maghreb, in modo molto positivo.
10 luglio 2012