Giulia Brugnolini
A nove mesi dalla cacciata di Zine el-Abidine Ben Ali, il 23 ottobre i tunisini hanno definitivamente “messo una croce sul passato” sulla scheda delle prime elezioni libere dopo ventitré anni di regime.
Si apre un nuovo capitolo per il Paese che ha dato avvio all’ondata di rivoluzioni nel Medioriente. L’ambizione dei cittadini della Tunisia di essere artefici del proprio futuro la si legge nei sorprendenti dati sull’affluenza: oltre il 90% dei 7 milioni di aventi diritto al voto si sono recati alle urne per eleggere i 217 componenti dell’assemblea costituente che avrà il compito di riscrivere la Costituzione ed eleggere il presidente della repubblica e costituire un nuovo esecutivo fino alle elezioni parlamentari. Migliaia di bollini rossi con su scritto “ana qayyadtu” ovvero “ho votato”, sono stati distribuiti fuori dai seggi, segnale di un ritrovato orgoglio civile.
E proprio “La Rinascita” è il nome del primo partito che dai primi spogli ha ottenuto il 40% dei voti, in attesa della conferma dei dati al termine dello scrutinio. “Al- Nahda” appunto, è il partito islamico moderato fondato nel 1989 e in seguito messo al bando dal regime di Ben Alì, guidato dall’intellettuale Rachid Ghannouci, per anni in esilio, che con i suoi scritti ha influenzato movimenti politici come l’Akp, il partito dell’attuale presidente turco Erdogan.
I festeggiamenti dopo le prime proiezioni, che davano già dalla chiusura dei seggi la vittoria di al nahda, dipingono un movimento, ancor prima che un partito, che ha fatto breccia –grazie anche ai cospicui finanziamenti arabi- in particolare tra la gente dei piccoli centri con una capillare campagna elettorale e promette il connubio tra religione e modernità.
“La rivoluzione tunisina ha raggiunto solo la metà degli obiettivi che si era preposta - ha dichiarato il leader Ghannouci- . Ora vogliamo l’altra metà: un paese democratico senza alcuna distinzione tra uomini e donne, senza discriminazioni etniche, un paese che appartenga a tutti, non più al servizio di una sola famiglia”. Ghannouci sarà comunque costretto ad una “grande coalizione nazionale” con gli altri partiti quali Forum democratico per il lavoro e le libertà -formazione laica di centrosinistra di Mustapha Ben Jaafar- e Congresso per la Repubblica di orientamento socialdemocratico, sotto la leadership di Moncef Marzouki, (rispettivamente intorno al 12 e al 15% dei voti) mentre il partito democratico progressista non nasconde le sue preoccupazioni per la natura non laica della maggioranza e promette che farà salda opposizione a difesa della modernità dello Stato.
I vertici di Al-Nahda assicurano che l’esecutivo sarà formato in non più di un mese e che il presidente ad interim verrà scelto tra coloro che hanno militato nella rivoluzione.
“Adesso sono felice che la morte di mio figlio abbia dato l’opportunità di superare la paura e le ingiustizie”, ha affermato la madre di Mohamed Bouazizi, il giovane fruttivendolo che si è dato fuoco a dicembre ed ha innescato il fuoco della democrazia in tutto il mondo arabo.
26 Ottobre 2011