Intervista di Emanuela Ulivi
Le anticipazioni di Der Spiegel, della TV canadese CBC –e ancor prima de Le Figaro- sono state confermate. Alcuni elementi di Hezbollah sarebbero implicati nell’attentato all’ex premier Rafik Hariri in cui sono morte altre 21 persone. Il Tribunale Speciale per il Libano, istituito sotto l’egida del’Onu, ha infatti rimesso il 30 di giugno alla giustizia libanese quattro mandati d’arresto, corredati dai relativi atti d’accusa, di altrettanti appartenenti al Partito di Dio, che secondo il segretario Hassan Nasrallah “hanno un passato onorevole nella lotta contro l’occupazione israeliana”. I loro nomi sono gia’ stati rivelati dai media. Si tratta di Moustapha Badreddine, alias Élias Saab, alias Sami Issa, cognato di Imad Moghniyé - capo militare di Hezbollah ucciso con un’autobomba nel 2008 a Damasco- del quale avrebbe preso il posto. Secondo indiscrezioni, sarebbe accusato di aver pianificato ed eseguito l’attentato insieme ad un altro quadro di Hezbollah, Sélim Ayache, alias Abou Salim, mentre gli altri due sospettati sarebbero Assad Sabra e Hassan Anassi.
Resta da sapere se saranno consegnati altri mandati in altri Paesi e da appurare se ci siano stati, e nel caso chi siano, i mandanti dell’attentato del 14 febbraio 2005 dal quale e’ scaturita la Rivoluzione dei Cedri.
Immediata la reazione di Hassan Nasrallah, che da mesi sta preparando il terreno cercando di screditare il TSL e il suo lavoro, accusandolo di essere al soldo di Israele e degli USA che considerano Hezbollah un’organizzazione terroristica, ma anche sul piano politico, facendo cadere il governo presieduto dal figlio di Rafik Hariri, Saad, proprio a causa del TSL. Parlando alla TV del partito al-Manar, ha escluso l’arresto dei quattro ricercati che peraltro si sono resi irreperibili da tempo. Mostrando dei filmati e dei documenti, il segretario del Partito di Dio ha messo in dubbio l’imparzialita’ del TSL, ha accusato la commissione d’inchiesta di aver trasferito 97 suoi computer attraverso Israele e alcuni suoi membri di essere legati alla CIA. In un video ha mostrato Gerhard Lehmann, vicepresidente della commissione quando era presieduta da Detlev Mehlis, nell’atto di ricevere del denaro, in cambio -secondo Hezbollah- di informazioni sull’inchiesta ed ha tacciato il presidente del Tribunale, il giudice Antonio Cassese di essere amico di Israele, quindi non imparziale.
L’avvocato Mohammad Mattar rappresenta Saad Hariri, che in questo momento si trova in Francia perche’ in pericolo nel suo Paese, e sette altre famiglie delle vittime dell’attentato del 14 febbraio.
Qual e’ lo stato d’animo delle vittime all’indomani della pubblicazione dei nomi degli accusati?
“Sono molto sollevati perche’ hanno aspettato per sei anni questo momento, nonostante i tentativi di far deragliare il percorso del TSL e la campagna scatenata contro il Tribunale. Giustizia sara’ fatta. E’ la prima volta nel Medioriente moderno che a persone uccise da terroristi per motivi politici viene resa giustizia. Sono morte 21 persone e alcune decine sono state ferite. E’ stato un attentato indiscriminato, un atto di terrorismo per intimidire i libanesi, impaurirli, un atto di terrore perche’ fin dal 1945 nel codice penale libanese viene definito un atto di terrorismo e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite lo ha ugualmente definito un atto terroristico”.
Quale e’ stata la reazione di Saad Hariri?
“Saad Hariri ha rilasciato una dichiarazione pubblica nella quale non auspica la vendetta, non parla di politica ma di giustizia, nella speranza venga interrotto la spirale di crimini impuniti. Inoltre e’ stata infranta l’equazione secondo la quale se vuoi la giustizia la stabilita’ del Paese e’ a rischio: questa logica e’ stata spezzata perche’ non c’e’ stabilita’ in nessuna societa’ senza giustizia. Ma, cosa piu’ importante, ogni volta che in Medioriente gli arabi hanno accettato la stabilita’ a scapito della giustizia, senza il controllo della legge, sono scivolati nelle dittature ed hanno dovuto dimenticare la democrazia e le liberta’ pubbliche”
Perche’ i parenti delle vittime hanno fatto causa?
“I parenti non sono parti civili e non chiedono un indennizzo. Lo statuto del TSL prevede che le vittime abbiano un difensore e permette ai loro parenti di fare causa. Solo dopo la condanna sara’ possibile chiedere i danni e solo se ci sara’ una buona motivazione saranno accordati”.
Che cosa vi aspettate dopo l’ultimo discorso di Hassan Nasrallah?
“Le frasi e le posizioni di Hassan Nasrallah sono molto deboli da un punto di vista legale. In primo luogo non accettare la giurisdizione e’ sbagliato e non si risponde attraverso una conferenza stampa. Parte dei documenti non sono corretti e altri non sono plausibili. Contesta che i 97 computer del TSL siano stati trasferiti passando per Israele: non e’ corretto. Il TSL ha giurisdizione internazionale e Israele non li ha confiscati. Sarebbe stato piu’ dannoso farli passare dall’aeroporto di Beirut. I 97 computer e i documenti appartengono all’ONU, che attraverso l’UNTSO supervisiona l’accordo di armistizio del ’49. Inoltre e’ fuorviante supporre che Lehman abbia accettato delle bustarelle, chi potrebbe avere interesse a corromperlo? Per quale ragione? Hanno le tecnologie e i mezzi per filmarlo mentre prende i soldi? A cosa porta? Chi paga si assume il rischio di essere perseguito dal TSL, perche’ dovrebbe? Riguardo a Cassese e’ una figura importante a livello giuridico internazionale. Questo vuol dire che Hezbollah e’ un’organizzazione terroristica, perche’ qui non si tratta di fronteggiare Israele ma di un crimine: che rapporto c’e’? Cassese non sta tentando di portare Hezbollah di fronte alla giustizia perche’ e’ fuori dalla giurisdizione del TSL che invece vuole sapere chi ha ucciso Rafik Hariri e gli altri. Israele e’ un’altra questione e noi dobbiamo ancora leggere le 163 pagine dell’atto di accusa”.
Le istituzioni giudiziarie libanesi sono incaricate di trovare le quattro persone accusate, altrimenti tocchera’ alla polizia internazionale ricercarli. Nel caso in cui non vengano presi, che cosa accadra'?
“I quattro saranno giudicati in absentia. E la gente avra’ la verita’ al di la’ di ogni dubbio”.
9 Luglio 2011