Giulia Brugnolini
Oggi, terzo giorno dell’operazione militare in Libia denominata Odissey Dawn, aerei italiani e francesi hanno sorvolato i cieli della Libia senza però sparare missili. Secondo l'ammiraglio Usa Mike Millen, è terminata la prima ondata di attacchi, con cui è stata stabilita la no-fly zone sui cieli della Libia, come previsto dalla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite. Dovrà adesso cominciare la seconda fase, che prevede l'attacco alle forze di rifornimento delle truppe del Colonnello Gheddafi.
È il risultato del vertice di Parigi svoltosi sabato, al cui termine la Francia aveva ufficialmente dato via al raid aereo contro le forze leali a Gheddafi. Mentre la Germania si era chiamata fuori dalle ostilità, hanno aderito all’intervento militare Stati Uniti, Inghilterra, Danimarca e anche Italia, le cui navi si stanno schierando nel Mediterraneo per un possibile intervento.
Il presidente americano, Barack Obama aveva così commentato lo stesso giorno in una conferenza stampa a proposito della crisi libica: ''La nostra preoccupazione è forte, la nostra determinazione chiara: la popolazione libica deve essere protetta''.
Tuttavia attualmente il regime, seppur indebolito, non sembra voler rispettare il “cessate il fuoco” dichiarato ieri. Un portavoce degli insorti, infatti, ha riferito che una brigata fedele al rais avrebbe bombardato il centro della città di Zintan in Tripolitania e che circa 200 cecchini inviati da Gheddafi hanno raso al suolo il centro della città di Misurata.
Domani si terrà una riunione straordinaria della Lega Araba sulla crisi libica alla luce dell’intervento militare. L’organizzazione ha dato il suo sostegno alla risoluzione Onu 1973 ma ha preso le distanze dai raid aerei.
21 Marzo 2011