Giulia Brugnolini 

Sembrano essere stati vani i tentativi dei ribelli di cacciare il dittatore libico Muammar Gheddafi che nelle ultime ore per mezzo delle sue truppe di mercenari ha stretto il cerchio attorno a Benghasi, sede del Consiglio Nazionale degli insorti. Gli sforzi internazionali che hanno fin’ora intrapreso una strada pacifica si sono rivelati per di più fallimentari, suscitando l’indignazione di Ali Tarhouni, esponente degli insorti e membro della commissione economia e petrolio che ha dichiarato, parlando delle insufficienti sanzioni imposte dall’Unione Europea “Credo che sia una vergogna la posizione da codardi assunta dal mondo occidentale”.

Intanto da parte sua il dittatore libico si è detto contrario ad ogni forma di dialogo con i ribelli. “Il popolo è dalla mia parte. E’ la gente che mi chiede di intervenire contro le bande armate”. Il figlio Saif al-Islam prevede che Benghasi cadrà nelle mani del regime entro le prossime 48 ore.

Il fronte dell’opposizione, tuttavia, non si arrende e fa sapere tramite un’intervista alla tv araba al jazeera di essere ancora in grado di resistere all’avanzata delle truppe.  Sempre Tarhouni conclude: “Sappiamo che Gheddafi cadrà, è questione di ore, giorni o forse mesi. Ma il problema è quante vite porterà via con sé”

16 Marzo 2011

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