Giulia Brugnolini
Forti delle prese di posizione internazionali, mentre il Colonnello Muammar Gheddafi è ancora asserragliato nella capitale libica, i ribelli consolidano quanto già ottenuto e passano dalla piazza al palazzo con l’istituzione del Consiglio Nazionale Libico a Benghasi.Il portavoce della “Coalizione Rivoluzionaria del 17 febbraio” e del nuovo organismo, Abdelhafiz Hoga, ha dichiarato che il Consiglio Nazionale non può definirsi un governo di transizione ma piuttosto il volto politico della rivoluzione. "Quando i Consigli locali avranno ristabilito la sicurezza nelle diverse città, il Consiglio nazionale comincerà il suo lavoro politico per guidare il processo di riforma", ha specificato.
Dagli Stati Uniti il segretario di stato Hillary Clinton esprime l’appoggio al nuovo organismo, assicurando gli aiuti necessari. Nei giorni scorsi gli Usa si erano fatti promotori dell'iniziativa Onu che due giorni fa ha votato una risoluzione che prevede dure sanzioni contro il regime di Tripoli, ieri approvata anche dalla Cina. La risoluzione, in cinque punti, sancisce il divieto per tutti gli stati di fornire o importare armi dalla Libia e di favorire il transito dei mercenari assoldati da Gheddafi per la repressione. Prevede anche, oltre a sanzioni dirette per le figure chiave del regime, l’apertura da parte della Corte dell’Aja di un’inchiesta sui crimini commessi dal governo libico a partire dalla repressione iniziata il 15 febbraio.
Gheddafi, in un’intervista all’emittente serba Pink, ha affermato di considerare i provvedimenti del Palazzo di Vetro “nulli” ribadendo la sua intenzione di non lasciare Tripoli. Ha poi reiterato le accuse ad Al Qaeda che, secondo il colonnello, sarebbe l’organizzazione responsabile delle rivolte nel mondo arabo.
01 Marzo 2011