Redazione 

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato in Parlamento che sarà pronto a prorogare la moratoria sugli insediamenti israeliani nei territori occupati, solo in cambio del riconoscimento di Israele come ‘stato ebraico’.

Ma le reazioni palestinesi non hanno lasciato spazio alle trattative. Saeb Erekat, capo negoziatore palestinese, ha definito le offerte di Netanyahu “giochi” che ostacolano il processo di costruzione della pace, dichiarando che gli obblighi di Israele nei confronti della legge internazionale non hanno connessione alcuna con la sua natura di Stato.

Un portavoce del presidente palestinese Abu Mazen sottolinea che un eventuale riconoscimento dello stato di Israele indubbiamente danneggerebbe il diritto di ritorno dei rifugiati ed i diritti dei palestinesi che abitano in Israele.

Ahmed Assaf -portavoce di Fatah- ha risposto ancora più duramente: “Per noi, la richiesta israeliana è una conferma delle bugie del governo di Netanyahu, che parlano di una necessità 'naturale' di estendere le colonie, che sono già state usate dal regime di occupazione quando ha fatto riprendere le attività negli insediamenti con il pretesto della 'crescita demografica'. Oggi, invece, la questione delle colonie viene sfruttata come merce di scambio”.

11 ottobre 2010

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