Redazione 

Le reazioni internazionali ai tragici fatti avvenuti sulla nave guida della "Flottiglia della Libertà" sono state numerose. Se alcune sono state improntate alla prudenza e alla ricerca di maggiori elementi, la maggior parte sono state di condanna dell'azione dell'esercito israeliano. Tra queste, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato gli atti che hanno portato alla morte di civili durante gli scontri. Dopo oltre 10 ore di negoziati a porte chiuse, il Consiglio ha adottato una dichiarazione formale in cui ha chiesto l'immediato rilascio delle navi e dei civili detenuti da Israele e ha ordinato un'indagine imparziale. Prima della sessione di emergenza, quasi tutti i 15 membri del Consiglio hanno deplorato l'attacco che ha provocato la morte di almeno 10 attivisti e decine di feriti a bordo della Flottiglia. “È più chiaro che mai che le restrizioni di Israele per l'accesso a Gaza devono essere abolite in linea con la risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza”, ha detto oggi l'ambasciatore britannico all'ONU Mark Lyall Grant, aggiungendo che “la chiusura attuale è inaccettabile e controproducente”.

Oggi il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha affermato che l'Iran ha informazioni secondo cui Israele avrebbe in programma di lanciare un “attacco massiccio” sul territorio. “Abbiamo informazioni precise che hanno pianificato un attacco massiccio contro Gaza”, ha detto Ahmadinejad in un discorso pubblico nella città occidentale iraniana di Ilam, trasmesso in diretta dalla televisione di stato. “Vi avverto che se questa volta si commettono crimini […] contro Gaza, la tempesta di furia delle nazioni della regione vi sradicherà”, ha concluso il presidente iraniano.

Gli Stati Uniti, tradizionale alleato di Israele, non ha chiesto specificamente che Israele ponga fine al blocco sulla Striscia di Gaza. Ma ha fatto capire che almeno dovrebbbe essere allentata. Alejandro Wolff, rappresentante permanente aggiunto degli Stati Uniti, ha detto che Washington è “profondamente turbata dai recenti episodi di violenza e deplora la perdita tragica delle vite".  

Il ministro degli Esteri della Turchia, Ahmet Davutoglu, ha definito il raid israeliano “omicidio commesso da uno stato” e ha chiesto scuse ufficiali da Israele, e al di là delle indagini e delle azioni legali internazionali contro le autorità di Tel Aviv, ha chiesto anche la fine del blocco a Gaza.

Diversi paesi europei hanno criticato Israele per l'uso eccessivo della forza e hanno chiesto un'investigazione sui fatti. In alcuni paesi dell'Unione - tra cui la Spagna e la Grecia, si sono tenute  proteste contro la violenza di Israele. Ma anche in alcuni paesi arabi - come in Iraq - ci sono state manifestazioni contro Israele. Un eurodeputato di Cipro, Kyriacos Triantafyllides, che ha partecipato alla missione, ha detto che gli attivisti avevano “previsto una forte reazione da Israele”. “Ma nessuno credeva che si arrivasse a questo punto, nel quale loro sembravano affrontare qualcosa di simile a un esercito invasore”, ha detto.

In Italia, il ministro degli Esteri Franco Frattini si augura che i nostri compatrioti “siano liberati tutti al più presto possibile”. Dopo aver compiuto “questo errore inspiegabile”, ha detto Frattini, Israele “ha ora una grande opportunità” e potrebbe fare “un gesto di distensione” per “accelerare la pace”. “Le conseguenze non saranno facili da valutare e non saranno lievi”, ha detto il ministro, esprimendo la speranza che la Lega Araba, nella riunione convocata sulla crisi “non decida il congelamento del processo di pace”. Questa sarebbe “una catastrofe, si farebbe il gioco dei nemici  della pace”. Il Ministro Frattini sollecita Israele ad “accelerare” i negoziati con i palestinesi “per convincere il mondo arabo che vuole la pace adesso”. Il titolare della Farnesina ha commentato favorevolmente le conclusioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "Penso che aiutino molto”, ha dichiarato. 

Nel frattempo Israele sarebbe in grado di dimostrare - attraverso riprese video - che alcuni attivisti hanno colpito i soldati con bastoni o sbarre, e che la missione della flottiglia sarebbe stata “tutt'altro che umanitaria”. Da parte sua il quotidiano Haaretz riporta la dichiarazione del capitano R., uno dei comandanti israeliani impegnati nell’operazione: “I nostri soldati che lunedi hanno fatto irruzione sulle navi dirette verso la Striscia di Gaza non avevano altra scelta per difendersi contro gli attivisti violenti”, aggiugendo che “Sapevamo che ci sarebbe stata resistenza, ma non ad un livello così estremo”. Il capitano, ferito durante la missione, ha concluso: “Chiunque si avvicinava a noi voleva ammazzarci”.

1 giugno 2010

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