Malgrado gli attentati di Al Qaeda, oltre undici milioni di iracheni, circa il 60% degli elettori iscritti, si sono recati domenica scorsa alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Secondo le informazioni ottenute dopo i primi calcoli, alla chiusura dei seggi elettorali, la partecipazione più alta (circa 90%) è stata registrata a Baquba, nel nord del Paese, in cui coabitano arabi e curdi.
In tutto il paese e principalmente nelle province di Al-Anbar, Ninive, Divala e Salaheddine, gli arabi sunniti, che rappresentano il 24% dei 20 milioni di elettori e che avevano boicottato le elezioni del 2005, pare abbiano raggiunto il 60% di partecipazione. Anche a Falluja, l'ultimo bastione di Al-Qaeda in Iraq, si è registrata un'alta percentuale. Un cittadino ha spiegato che lo hanno fatto “per impedire ai persiani - gli sciiti - di controllare tutto”. Sebbene gli sciiti siano la maggioranza della popolazione irachena, non hanno avuto il controllo politico fino alla caduta di Saddam Hussein nell'aprile 2003.
Apparentemente, a Falluja la gente ha votato in un numero minore rispetto al 2005. Malgrado la richiesta di votare in massa proveniente dai leader religiosi e politici, compreso il radicale antiamericano Moqtada Al-Sadr, la partecipazione a Falluja non ha superato il 55%.
Secondo le valutazioni non ufficiali, fin da lunedì, giorno seguente alle elezioni, sembrava che il Primo ministro uscente Nouri Al-Maliki fosse al vertice delle preferenze nel Sud, con circa un terzo dei voti. D'altra parte, Al Irakiya sembrava il vincitore nelle quattro province settentrionali sunnite. Al Irakiya è il partito nazionalista co-diretto dallo sciita laico Iyad Allaoui, che è stato brevemente primo ministro nel 2004, e dall’attuale vice-presidente sunnita della Repubblica, Tarek Al-Hashemi.
Non ci sono ancora informazioni attendibili sui risultati a Bagdad. Tuttavia la partita è ancora aperta, ed è probabile che le previsioni di Barack Obama, sulla necessità di un lungo negoziato per formare la nuova coalizione, si potrebbero rivelare giuste.
9 marzo 2010