GERUSALEMME- Martedì le autorità israeliane hanno dato il via alla demolizione di cinque ulteriori abitazioni palestinesi nella zona est di Gerusalemme. L’abbattimento è avvenuto in seguito ad accertamenti edilizi da parte del Comune che hanno stabilito lo stato abusivo delle case. “Tutte le case - ha dichiarato Gidi Schmerling, portavoce del comune di Gerusalemme - sono state abbattute in conformità ad un mandato".
Ir Amim, gruppo israeliano a favore dei diritti umani e civili ha duramente criticato la demolizione definendola “irresponsabile e che porterà solo ulteriori ritardi dei processi di pace”.
Il gruppo ha inoltre sottolineato che la gravità dell’azione non riguarda solo l’abbattimento delle abitazioni in sè ma produce anche degli effetti negativi sulla politica demografica causando un forte sbilanciamento della popolazione sul territorio urbano.
Questa vicenda ha indotto alcuni palestinesi ad agire per via legali contro il comune. Essi accusano le autorità comunali di attuare delle discriminazioni nei loro confronti e di rendere praticamente impossibile l’ottenimento dei permessi legali per la costruzione di nuove abitazioni o per l'ampliamento di quelle già esistenti.
Infatti le case fuori norma sono aumentate negli anni causandone la conseguente demolizione.
I paesi occidentali quali Stati Uniti, Comunità Internazionale, Francia e Regno Unito hanno criticato le autorità israeliane invitandole a cessare l’abbattimento perchè interrompono e aggravano i già difficili negoziati di pace.
L’ufficio degli affari umanitari dell’ONU (OCHA) ha detto che “Queste azioni infrangono la legge internazionale e hanno un impatto negativo su comunità e famiglie palestinesi.” L’ONU ribadisce inoltre la sua rischiesta di “fermare immeditamente e incodizionatamente queste azioni e chiede allo stato di Israele di proteggere la popolazione civile da ulteriori sfratti” .
Dall’inizio dell’anno sono almeno 600 i palestinesi che hanno subito le conseguenze delle demolizioni edilizie e ancora tanti sono quelli a rischio secondo le fonti OCHA.
28 ottobre 2009