Dopo un decennio di diritti bombardati, di civili attaccati e di vane promesse di democrazia, la fase bellica non si può ancora dire conclusa. La fine annunciata è più vicina al preambolo che alla risoluzione, e fa ripensare ai libri senza fondamenti scritti durante i primi giorni per giustificare l'incursione. L'operazione "Libertà Duratura", che oggi ricorda l'inizio di un'invasione purtroppo ricca di precedenti, chiude un ciclo di dieci anni di conflitto dalla prima battaglia del 7 ottobre 2001. Quello che la guerra in Afghanistan non potrà mai raccontare e conteggiare è la faticosa spesa di un'ostilità che ha abbandonato migliaia d'innocenti al loro destino.

Lo strepito e la confusione delle prime bombe degli Stati Uniti e della Gran Bretagna per abbattere il regime talebano riecheggiano ancora su Kabul in modo interrogativo. Le denunce sulla corruzione e sulla inefficiente gestione hanno ceduto il posto al vuoto politico. Dopo l'intervento internazionale, che prevedeva alte aspettative di sovranità popolare, il gruppo estremista islamico potrebbe essere vicino al recupero del potere. Centinaia di militari hanno già iniziato il ritorno ai loro paesi di origine, e ancora oggi la radice e gli obiettivi della loro missione non chiari.

Nel frattempo, la situazione dei diritti umani in Afghanistan è avanzata a piccoli passi. L'accesso alla medicina, la diminuzione della discriminazione nei confronti delle donne, la creazione di una pur ridotta comunità giornalistica e il ritorno graduale delle bambine a scuola fa pensare a riflessi di progresso. Nonostante lo sviluppo sia a volte evidente, i residui della guerra trasformano i raggi di luce in un abbaglio. Dalla fine dell'anno scorso più di 70 centri educativi sono stati distrutti, la violenza sugli operatori dell'informazione è aumentata e il tasso di mortalità materno resta ancora tra i più elevati del pianeta. Dati che fanno crollare la possibilità di avere raggiunto un minimo di benessere e che, oltre al fatto che nulla sembra essersi mosso, lasciano oltre 450.000 profughi nel decennio e più di 1.400 vittime civili nel solo ultimo semestre.

7 ottobre 2011

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