Emanuela Ulivi
Toni concilianti del presidente iraniano nei confronti degli Stati Uniti. L’Iran non è una minaccia per gli Usa ma un’opportunità, ha affermato Ahmadinejad arrivato a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Se il presidente Obama opererà dei cambiamenti nella politica americana in Afghanistan, Iraq e Medio Oriente, ha aggiunto, avrà nell’Iran un amico.
Tende la mano, il presidente iraniano, a pochi giorni dalla discussione col cosiddetto gruppo del 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) prevista per il primo di ottobre, sul nucleare iraniano che, ha ripetuto, non è a fini militari, così come ha ribadito che il programma non sarà fermato. Farà invece pressioni per un programma internazionale di disarmo nucleare e per un impiego del nucleare a scopi pacifici.
L’affermazione è densa di implicazioni. E’ stata rilasciata infatti dopo la rivelazione del Washington Post, del rapporto del generale McCrystal, comandante delle forze Usa in Afghanistan, che suggerisce l’impiego di maggiori contingenti, pena il fallimento dell’intera missione. E questo non è il solo dossier aperto nella regione. Iraq, questione israelo-palestinese, Libano (dove il premier designato Saad Hariri sta tentando per la seconda volta di formare il governo) sono altre situazioni in sospeso nelle quali l’Iran potrebbe far pesare il suo intervento.
23 settembre 2009