Alessandro Vanni 

Il Governo israeliano di Benjamin Netanyahu ha approvato la costruzione di cinquanta nuovi insediamenti in Cisgiordania. I nuovi coloni si potranno insediare nel primo gruppo di unità abitative previste per l’ampliamento della colonia di Adam, che dovrebbero raggiungere quota 1.450.

L’invocato stop alla costituzione di nuove colonie viene così disatteso anche se, nella giornata di oggi, il Ministro della Difesa israeliano Ehud Barak incontrerà a New York l’inviato speciale per il Medio Oriente George Mitchell. Barak proporrà un “congelamento” degli insediamenti in Cisgiordania, ma soltanto per tre mesi, come segno tangibile della volontà di riprendere il processo di pace con i palestinesi. L’appello alla cessazione di nuovi insediamenti è provenuto sia dal Presidente americano Barack Obama, sia da Italia e Francia, gli ultimi due paesi europei visitati da Netanyahu, il quale ha assicurato che non saranno create nuove colonie, ma ha anche ribadito la necessità, per gli insediamenti già esistenti, di una “crescita naturale”. E intanto il Mossad, il servizio segreto israeliano, è stato scosso dalle dimissioni del vice capo, nome in codice “Taf”, in protesta per non aver ottenuto il posto di guida dell’agenzia, posto riassegnato per l’ottavo anno a Meir Dagan, con cui il dimissionario aveva contrasti personali e sulla gestione delle relazioni con le agenzie di spionaggio estere.

26 giugno 2009

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