Le proteste e gli scontri che sono nati sabato a Teheran, otto giorni dopo le manifestazioni contro la rielezione del Presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad, hanno provocato la morte di 19 persone e un centinaio di feriti. Questa cifra non è stata confermata, poiché il regime iraniano ha vietato la presenza di mezzi di comunicazione stranieri sulle strade del paese. La situazione è peggiorata nel momento in cui le Forze di Sicurezza e le milizie islamiche Basij hanno soffocato con la violenza un tentativo di marcia nel centro di Teheran. Il Presidente del Parlamento iraniano, Ali Lariyani, ha criticato fortemente il regime, soprattutto alla televisione locale, controllata da Jamenei. Il leader dell'opposizione Mir Hussein Moussavi ha dichiarato che i manifestanti non si oppongono al sistema islamico e alle sue leggi, ma solo alle bugie. "Stiamo solo cercando una riforma. Il paese si aspetta dai suoi governanti onestà e decenza", ha affermato Moussavi. Le dichiarazioni sono state fatte in risposta all'Ayatollah Ali Jamenei, che ha negato la frode elettorale e ha richiesto la fine delle manifestazioni.

22 giugno 2009

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