Silvia Campillo Ruiz 

Più di 3000 persone tra donne, avvocati e difensori dei Diritti Umani, hanno percorso le strade di Kabul per protestare contro una legge d'ispirazione talebana che permetterebbe lo stupro delle donne durante il matrimonio. Altre 500 persone hanno bloccato i manifestanti inveendo contro  le donne. Alle provocazioni i manifestanti hanno risposto con frasi quali "Vogliamo i nostri diritti, vogliamo uguaglianza!”.

I manifestanti hanno lasciato volantini davanti l'università della capitale afgana affermando che la nuova ordinanza è "un insulto alla dignità delle donne” poichè “non c’è bisogno di una legge del genere, ma solo di quelle che possano garantire democrazia e dignità umana".
L'ordinanza è stata approvata lo scorso marzo, ma non è ancora entrata in vigore. E’ stata accreditata dal Parlamento, ma sanzionata dal Presidente Hamid Karzai. Il fine della legge sarebbe regolare il diritto familiare della minoranza sciita dell'Afganistan (circa il 15% della popolazione) fornendo ai religiosi l'autorità sugli affari dell'intimità tra uomini e donne. Il testo giuridico, emesso dal Governo dell'Afganistan, stabilisce che "una donna è in obbligo di soddisfare i desideri sessuali di suo marito". Una parte della legge, poi, renderebbe illegale per una moglie rifiutare gli approcci sessuali del marito. Un'altra ancora stabilisce che una donna che voglia lavorare fuori di casa o studiare, abbia bisogno del permesso del marito. Infine le donne sarebbero obbligate a prepararsi e vestirsi in maniera speciale in caso di desiderio del marito.

16 aprile 2009

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