Sonia Pereira
Dopo parecchie settimane di negoziati è impostato il nuovo governo di Israele, diretto da Benjamin Netanyahu, capo del partido Likud, che sarà presentato oggi alla Knesset. Un governo di coalizione che include sinistra, ultra-ortodossi ed estrema destra ed è il più grande della storia di Israele con 30 ministri e 7 vice ministri. Circa 10 anni dopo Netanyahu occupa la posizione di Primo Ministro per la seconda volta.
Il nuovo governo deterrà 69 dei 120 seggi nella Knesset. Avigdor Lieberman, del partito di estrema destra Yisrael Beiteinu sarà il Ministro degli Esteri, mentre Ehud Barak, leader del partito Labor, dovrebbe continuare nel suo ruolo di Ministro della Difesa. Il partito centrista Kadima ha rifiutato ad aderire a questa coalizione, rimanendo all'opposizione.
Anche prima di assumere l'incarico, che dovrebbe avvenire oggi, Netanyahu ha detto alla Knesset che il suo governo farà ogni sforzo per garantire “una pace duratura con tutti i paesi vicini”. Tuttavia, alcuni critici temono che questa coalizione, sbilanciata a destra, abbia gravi conseguenze sul processo di pace tra Palestina e Israele.
Nella riunione annuale della Lega araba, in corso di svolgimento a Doha, sono state mosse forti critiche a Israele.
Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha chiesto all'esecutivo di Israele di "congelare gli insediamenti nei territori occupati, terminare le azioni unilaterali a Gerusalemme e proseguire i negoziati di pace con i palestinesi". Ha inoltre richiesto ad Israele di terminare il blocco alla circolazione delle persone e delle merci nella Striscia di Gaza. Per il presidente siriano, Bashar al-Assad, "la società israeliana non è pronta per la pace".
31 marzo 2009