ISRAELE: Il primo ministro designato Benyamin Netanyahu, leader del partito di destra Likud, ha compiuto ieri il primo passo concreto verso la formazione di un nuovo governo in Israele. Ha raggiunto infatti il suo primo accordo di coalizione con Yisrael Beitenu, la destra radicale di Avigdor Lieberman, nonché il terzo maggior partito di Israele dopo le elezioni del 10 febbraio scorso.
In base all’accordo la formazione di Lieberman dovrebbe ottenere cinque ministeri: quello degli Esteri, capeggiato con ogni probabilità da Lieberman stesso, quelli della Sicurezza interna, delle Infrastrutture, del Turismo e dell’Integrazione.
Netanyahu ha tempo fino al 3 aprile per presentare il nuovo governo, portando così a termine l’incarico assegnatogli il mese scorso dal presidente Shimon Peres. I 15 deputati del Yisrael Betenu sommati ai 27 esponenti del Likud non bastano ancora a raggiungere la maggioranza di 120 seggi nella Knesset.
I tentativi di avviare una collaborazione con il partito centrista Kadima del ministro degli esteri uscente Tzipi Livni, fino ad ora non hanno raggiunto nessun risultato, anche se nei giorni scorsi alcuni organi d’informazione locale hanno parlato di un incontro segreto tra i due dirigenti. L’oggetto della discussione sarebbe stata la possibilità di una rotazione al potere, ovvero Netanyahu potrebbe guidare il governo per almeno 3 anni e la Livni per il resto della magistratura che dovrebbe avere una durata complessiva di 4 anni e 8 mesi.
L’offerta di entrare in coalizione è stata rifiutata poche settimane fa anche dal precedente primo Ministro Ehud Barak, a capo del partito laburista, il quale ha preferito rimanere all’opposizione.
Secondo la radio pubblica, Netanyahu spera di siglare, nei prossimi giorni, ulteriori accordi di coalizione con altre formazioni, in particolare con lo Shass (ultra-ortodossi sefaridi), la lista unificata della Torah ( ultraortodossi ashkenazidi) e due partiti di estrema destra, l’Unione Nazionale e il Focolare Ebreo.
L’obiettivo è quello di riuscire, entro giovedì, a presentare il nuovo governo e ottenere l’investitura ufficiale del parlamento.
16 marzo 2009