Emaunela Ulivi
Sono scesi all’aeroporto di Peretola con le idee chiare: il Kuwait è inondato dai prodotti italiani, amatissimi, e a Firenze c’è l’eccellenza. Ed è questo che cercano per realizzare pezzo per pezzo il nuovo percorso di un’economica diversificata, già intrapreso dall’emirato per smarcarsi dalla dipendenza petrolifera, potendo contare su una popolazione giovane, fortemente motivata e preparata.
Con queste premesse, è arrivata il 5 marzo, su invito dell’Associazione Italia-Kuwait, a Firenze la delegazione della Camera di Commercio e dell’Industria kuwaitiana (Kuwait Chamber of Commerce and Industry, KCCI) guidata da Abdullah Saud Al-Humaidhi, tesoriere onorario e composta dal Direttore generale, Rabah Abdulrahman Al-Rabah, da Salah Khalil Eyadah, direttore del dipartimento delle relazioni estere, dalla signora Wafa Ahmed Al-Qatami, responsabile del settore bancario, con altri membri della KCCI: Osama Mohammed Al-Nisf, Ali Husain Makki Al-Juma. Ad accompagnarli, alcuni capi d’industria: la presidente della Agility, azienda di trasporto e stoccaggio, Henadi Al-Saleh; il Dr. Arshid A. Al-Houri, presidente dell’industria farmaceutica YIACO Medical; Mohammed Abdullah Al-Anjeri e la signora Najla S. Al-Kharashi, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Mohammed Abdullah Alanjeri Company, azienda di abbigliamento e accessori come la Hussain Murad Bchbehani Geo. Trad. & Cont. Est., rappresentata da Amthal Hani Marafi, direttore delle pubbliche relazioni. Sono venuti anche iI responsabile per l'Italia dell’agenzia di stampa nazionale del Kuwait, Kuna, Mahdi El-Nemr, e una TV kuwaitiana. In programma le visite in aziende fiorentine di settore: la Menarini, per il farmaceutico, che ha conservato a Firenze la sede principale del gruppo, la ditta di trasporti internazionali e logistica Savino del Bene, la B&G per la pelletteria di lusso a Lastra a Signa, l’azienda dello stilista Ermanno Scervino.
Sapevano di trovare l’eccellenza. Hanno trovato un intero tessuto produttivo pronto a intensificare relazioni e scambi, a fornire know-how e formazione, a lanciarsi in joint venture, facilitati dalla relazione tra Firenze e il Kuwait intrecciata dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Kuwait dall’agosto 1990. Un’amicizia gratuita – condensata in un libro uscito per il 25° dell’Associazione e consegnato nell’occasione alla delegazione kuwaitiana nella versione inglese fresca di stampa - verso un paese che ha rischiato di diventare la 19° provincia dell’Iraq e verso un popolo deprivato della libertà, senza la certezza di recuperarla, che oggi, ancora a fianco del piccolo emirato del Golfo, è il motore di nuove sponde nelle relazioni. Anche preparando – in modo eccellente, hanno sottolineato gli ospiti kuwaitiani - questa missione, attesa dalle istituzioni locali e dalle associazioni imprenditoriali. In Palazzo Panciatichi, il Presidente del Consiglio della Regione Toscana Eugenio Giani, accanto al presidente dell’Associazione Italia Kuwait Pierandrea Vanni e al Consigliere dell’Ambasciata del Kuwait in Italia, Sami Al-Zamanan, ha ospitato mercoledì mattina la delegazione kuwaitiana, cui ha donato, nelle mani del capodelegazione, il Pegaso, simbolo della Regione Toscana e di libertà, e dei presenti, ricevendo a sua volta una preziosa pubblicazione sulle antiche arti del commercio del Kuwait. Poco dopo, entrando nel vivo della missione, attorno a un grande tavolo nella Sala del Gonfalone, gli ospiti kuwaitiani, insieme a Mario Curia rappresentante della Camera di Commercio di Firenze e Consigliere Delegato di Promofirenze, l’Azienda speciale della CCIAA, al Vicepresidente Enrico Bocci e al Vice Direttore, Agostino Apolito, di Confindustria Firenze, e personalità della politica, giornalisti, imprenditori, amici dell’Associazione, hanno tracciato le linee di una cooperazione concreta.
L’Italia è al 9° posto tra i paesi che commerciano col Kuwait, con un volume di affari di 1,2 miliardi di euro; dopo la crisi dovuta al calo del prezzo del petrolio, il PIL dell’emirato è tornato a salire, il reddito pro capite è di 65.800 euro annui, il settore degli investimenti è solido.
La prospettiva del paese è quella tracciata nelle sue linee fondamentali dal piano nazionale di sviluppo, il Kuwait Vision 2035, che l’Emiro ha promosso “per trasformare il Kuwait in un centro attrattivo per gli investimenti, dove il settore privato traini l’economia, creando competizione e promuovendo la produttività, sotto gli auspici di istituzioni governative efficienti, che enfatizzi i valori, salvaguardi le relazioni sociali e realizzi lo sviluppo delle risorse umane e uno sviluppo equilibrato, fornendo strutture adeguate, una legislazione avanzata e stimolando un contesto favorevole agli affari”.
Abdullah Saud Al-Humaidhi ha espresso l’interesse della KCCI a promuovere nuovi legami, specie con Firenze, gemellata con Kuwait City dal 1992, per ampliare il volume degli scambi nel comune interesse, programmando incontri regolari, partecipazioni a fiere e mostre, joint venture tra i vari settori, ognuno dei quali può offrire occasioni di scambi tra Italia e il Kuwait non ancora sfruttate appieno. Il piano di sviluppo a lungo termine Kuwait Vision 2035, si articola infatti in progetti e programmi che spaziano dal campo petrolifero, alle infrastrutture, ai trasporti, alla sanità, all’istruzione e all’edilizia, assegnando un ruolo primario al settore privato attraverso un sistema di partnership con quello pubblico. L’Italia resterà un partner privilegiato, ha assicurato il capodelegazione, e troverà nel Kuwait una porta per aprirsi al Medio Oriente. Anche per quanto riguarda gli investimenti che, ha ricordato Wafa Ahmed Al-Qatami, possono contare su un punto di appoggio, la Kuwait Direct Investment Promotion Authority KDPA e su un trattamento fiscale tax free.
Dall’altra, Firenze non è solo turismo, settore che rappresenta il 10% del fatturato, come ha precisato Mario Curia. Ci sono settori manifatturieri che fanno del comprensorio fiorentino il terzo distretto produttivo nazionale, col 20%, in particolare nell’ambito della moda, con la pelletteria e la meccanica. Ci sono poi industrie come il Gruppo Menarini, che produce il 90% dell’insulina mondiale, il comparto dell’agroalimentare, aziende come la GE Oil & Gas - Nuovo Pignone, ambiti come la sanità in cui la Toscana è molto avanti. Tutte opportunità di cooperazione e scambio a vasto raggio, per favorire le quali la CCIAA ha creato un punto di contatto con le aziende, mentre Promofirenze organizza delle giornate specifiche, ognuna dedicata alla presentazione di un paese estero, una delle quali potrebbe riguardare il Kuwait, da programmare sia a Firenze che nell’emirato.
Le eccellenze dei nostri territori sono fatte da grandi ma anche da piccole aziende, delle “multinazionali tascabili” le ha definite il vicepresidente di Confindustria Bocci, il 95% delle quali è sul mercato globale per la qualità dei loro prodotti. Ci sono distretti come quello della pelletteria a Scandicci, che non ha uguali al mondo ed è solo apprezzando la qualità di questi prodotti, il saper fare delle maestranze, che si possono intensificare gli scambi e gli incontri. Ma è importante anche la formazione, come ha sottolineato il Vice Direttore Agostino Apolito, che Confindustria propone attraverso programmi formativi per le aziende che investono in settori specifici e in 7 scuole tecnico/professionali che derivano dai mestieri dei distretti: moda, agroalimentare, meccanica, energia.
Resta che anche il saper fare è cultura di una città aperta al mondo, che conserva nella Biblioteca Laurenziana una copia manoscritta del Corano a testimonianza di una lunga amicizia col mondo arabo. I cui manufatti sono, oggi come ieri, i migliori ambasciatori.
7 marzo 2019