Alessandro Bacci 

Una delegazione di alto livello diplomatico e commerciale composta da funzionari e dirigenti di aziende di ICT degli Stati Uniti si è recata la settimana scorsa in Siria per una visita di quattro giorni. Ufficialmente, la missione aveva l'obiettivo di comprendere la potenziale domanda di hi-tech siriana e discutere di futuri progetti di cooperazione tra Stati Uniti e Siria. Tutte le aziende ICT interessate sono al momento sottoposte a sanzioni americane contro Damasco. Sempre ufficialmente, il Dipartimento di Stato americano voleva testare la volontà del presidente siriano Bashar Assad di trovare le modalità per migliorare il livello delle tecnologie dell'informazione in Siria e di ampliare i legami economici della Siria in generale. Ufficiosamente, la missione è stata organizzata anche come uno degli ultimi tentativi da parte dell'amministrazione Obama per far “deragliare” l'alleanza strategica tra la Siria e l'Iran. Il Dipartimento di Stato vorrebbe aiutare la Siria a creare un ambiente più democratico e gli Stati Uniti stanno valutando se nominare un nuovo ambasciatore a Damasco (Washington aveva richiamato il proprio ambasciatore dalla Siria nel 2005).

La ragione di questa missione è stata molto controversa e lunedì 14 giugno, prima della partenza della delegazione, alcuni legislatori e attivisti per i diritti umani dei siriani hanno criticato l’invio  della delegazione statunitense. Se da un lato, nei mesi scorsi, molti esponenti americani – tra cui alcuni senatori – hanno visitato la Siria con l’obiettivo di discutere questioni bilaterali e regionali, d’altra parte, lo scorso maggio, gli Stati Uniti hanno rinnovato per un altro anno le sanzioni verso la Siria che è ancora accusata di supportare gruppi terroristici (recentemente ci sono state accuse degli Stati Uniti verso la Siria su trasferimenti di missili a Hezbollah, nonostante le smentite degli interessati) e di provare a dotarsi di armi di distruzione di massa (Damasco si rifiuta tuttora di cooperare con gli ispettori delle Nazioni Unite su possibili acquisizioni di tali armi). La Siria è ancora considerata come appartenente alla lista degli stati-canaglia e uno degli sponsor delle attività terroristiche. Da più parti, infatti, si sottolinea che la Siria non abbia mai risposto alle richieste di Washington dal momento del cambio di rotta dell’amministrazione Obama nella ricerca di un modo nuovo e migliore per approcciare la Siria e separarla dalla sfera di influenza dell'Iran. 

Farid Ghadry, leader del partito di opposizione siriano ha affermato: “Il Dipartimento di Stato americano, ancora oggi, è impegnato nel cercare di separare Assad dall’Iran . Ma ciò che spaventa molti attivisti è il fatto che il governo siriano possa usare le nuove tecnologie per schiacciare con metodi ancora più efficaci gli oppositori politici e incrementare la sua presa sulla società civile. "
Il Segretario di Stato Hillary Clinton considera la diffusione della tecnologia nel campo delle informazioni come uno strumento di straordinaria importanza per l’incremento dello sviluppo globale della democrazia e della società civile, ma oggi, in Siria, la diffusione di tali tecnologie può veramente provocare il risultato opposto. La Siria è considerata uno dei regimi più repressivi al mondo. I senatori republicani stanno minacciando di bloccare la nomina della Casa Bianca per l’ambasciatore in Siria, Robert Ford, fino a che non vi sarà un quadro chiaro delle relazioni fra Damasco e Hezbollah. La Siria sta subendo le sanzioni americane fin dal 2004, le più importanti delle quali sono state stabilite nel SAA (L’atto sulle responsablità della Siria del 2003). L’atto vieta l’esportazione della maggioranza delle merci che contengono più del 10% di componenti prodotti negli Stati Uniti verso Damasco. Il Patriot Act del 2006 fu emanato esplícitamente contro la Banca Commerciale della Siria. Infine, vi sono gli ordini esecutivi del Presidente statunitense miranti a impedire ad alcuni cittadini siriani l’entrata negli Stati Uniti. 

Negli scorsi mesi, l’amministrazione americana ha iniziato a facilitare le esportazioni di certi tipi di equipaggiamenti per le telecomunicazioni e software di varia natura che in precedenza non potevano essere esportati in Cina, Iran o Sudan. L’idea era che tali strumenti invece di servire per il bene pubblico, servissero come strumenti di repressione nelle mani delle autorità di governo.

A capo della delegazione è stato inviato Alec Ross, segretario di Stato senior advisor per l'innovazione di Hillary Clinton. Oltre a funzionari statunitensi, la delegazione era composta da dirigenti di Dell, Cisco, VerySign, Microsoft, Simon Tech e Fraser. I dirigenti hanno incontrato il Vice Primo Ministro dell'economia Abdullah al-Dardari, che ha fortemente incoraggiato le società americane ad investire in Siria per i molteplici benefici ricavabili da questi investimenti. Secondo SANA, la Syrian Arab News Agency, la delegazione ha incontrato anche il ministro siriano per l'istruzione superiore, Ghayath Barakat, discutendo su come sviluppare la cooperazione nel settore dell'istruzione e della formazione. Mr. Barakat ha detto che il governo mira a introdurre l'informatica nel lavoro di stato (in futuro ICDL, International Computer Driving License, sarà obbligatoria per coloro che cercano lavoro). Durante l'incontro con il Ministro della Alta Formazione, il decano della facoltà di informatica in Siria ha espresso apertamente l'interesse delle istituzioni nel migliorare l'infrastruttura tecnologica e di avere personale sempre più addestrato. Le aziende coinvolte hanno discusso la possibilità di istituire centri autorizzati nel territorio della Repubblica araba siriana, ma prima di qualsiasi impegno concreto, da parte loro c’è la necessità di analizzare il punto di equilibrio tra l'impatto positivo sul piano del profitto e il risarcimento del danno collaterale negativo per  quanto riguarda la reputazione.

20 giugno 2010

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