“Dobbiamo intensificare  gli sforzi con gli altri Paesi per contrastare il terrorismo praticato da quelle organizzazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità di tutte le nazioni”. Così si è espresso lunedì scorso il capo di stato maggiore kuwaitiano, generale Mohammad Khaled al-Khuder, durante l’incontro ospitato dal Kuwait dei capi militari di 29 Paesi impegnati a combattere i jihadisti dello Stato Islamico, tra i quali gli Stati Uniti, il Canada, la Gran Bretagna, la Francia, l’Egitto, l’Iraq, gli Emirati Arabi Uniti. Presente anche l’Arabia Saudita che, fortemente impegnata nello Yemen, ha ripreso il suo posto nella campagna aerea condotta dagli Usa contro lo Stato Islamico.

Nonostante la riconquista di Ramadi in Iraq e dopo oltre 10.000 attacchi aerei da parte della coalizione, lo Stato Islamico occupa ancora vaste aree in Siria e in Iraq e si fa sempre più minaccioso in Libia. L’11 febbraio scorso il segretario alla difesa americano Ash Carter aveva incontrato a Bruxelles i ministri della difesa dei Paesi alleati della coalizione, compresa l’Arabia Saudita, ai quali aveva chiesto uno sforzo maggiore nella campagna contro lo Stato Islamico.  

Dopo aver portato il saluto del vice primo ministro e ministro della difesa, S.A. Gen. Sheikh Khaled Al-Jarrah Al-Sabah, il generale al-Khuder, ricordando l’Onu ha insignito l’Emiro del Kuwait,  Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah, quale Leader Umanitario e il Kuwait come Centro Umanitario, ha di nuovo sottolineato che tali organizzazioni terroristiche non riflettono né gli insegnamenti né le virtù del vero Islam. Ed ha invitato i partecipanti a cogliere l’occasione del meeting per operare una più stretta collaborazione attraverso la quale combattere il terrorismo in tutte le sue forme.

(Fonte: Agenzie)

24 febbraio 2016

e.u.

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