Emanuela Ulivi
Festeggiamenti raddoppiati quest’anno nell’emirato che celebra il 55° anniversario dell’indipendenza e il 25° dalla liberazione dopo l’invasione di Saddam Hussein: il Kuwait rende anche omaggio all’Emiro, S.A. Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, che esattamente 10 anni fa il 29 gennaio 2006, prese la guida del Paese. Primo leader del Kuwait a prestare giuramento davanti al Parlamento in quella che è una monarchia costituzionale, l’Emiro ha ricevuto nel decennale messaggi augurali da tutto il mondo.
Con la festa nazionale del 25 febbraio, il Kuwait celebra l’anniversario della fine del protettorato inglese e l’acquisizione della piena indipendenza dichiarata il 19 giugno 1961, durante il regno dello Sheikh Abdullah III Al-Salim Al-Sabah che, incoronato il 25 febbraio del 1950, ha preso nel ’61 il titolo di Emiro. Sotto la sua egida, il Kuwait è stato il primo Paese della regione ad adottare una costituzione nel 1962 e l’anno successivo ad eleggere un parlamento, l’Assemblea Nazionale. Da allora si decise di unire le due ricorrenze e di celebrare la festa nazionale del Kuwait il 25 febbraio.
Ma oltre alle parate militari e alle manifestazioni pubbliche, cui la popolazione partecipa numerosa come di consueto, a rivestirsi dei colori nazionali non sono solo i palazzi pubblici e le case dei kuwaitiani. Anche lo Sheikh Sabah Al-Ahmad Heritage Village, la città della cultura inaugurata il 18 dicembre scorso, è stata decorata e illuminata coi colori della bandiera nazionale. Ed ospita in questo momento diversi eventi che si protrarranno fino al 15 di marzo proprio in omaggio alle ricorrenze nazionali, tra le quali la sesta edizione del Festival del Patrimonio Popolare del Golfo.
Il Sabah Al-Ahmad Heritage Village è una realtà culturale espressamente voluta dall’Emiro per dare concretezza al vasto patrimonio culturale del Kuwait e del Golfo. Una volta completato conterrà teatri, sale da concerto, cinema, spazi espositivi, biblioteche e un parco pubblico. Il progetto, come ha spiegato il direttore generale Mohammad Daifallah Sherar, si sviluppa per oltre 25 chilometri e prevede 6 singoli padiglioni del Consiglio di Cooperazione del Golfo, uno spazio per le attività, un lago di 11.000 metri, un bazar, palazzi, ristoranti, caffè, campi sportivi, spazi per le famiglie, giardini e una moschea.
La cultura, in tutte le sue forme, quale elemento di fondamentale importanza nella vita sociale, fonte di sviluppo e motore di iniziative, è infatti il terreno sul quale investire. Lo aveva ricordato il Primo Ministro S.A. Sheikh Jaber Al-Mubarak Al-Hamad Al-Sabah nel momento in cui il Kuwait, dove era in corso la ventiduesima edizione del festival culturale Al-Qurain che si è concluso il 6 febbraio, veniva scelto dalla Conferenza Islamica dei Ministri della Cultura come capitale della Cultura Islamica 2016, per la regione araba. Riconoscimento che premia gli sforzi profusi dal Kuwait nel diffondere la cultura, ma anche il suo acume nel presentare la vera immagine dell'Islam come religione di pace e tolleranza. Ed è stata occasione per sottolineare l’importanza di investire nella cultura e sostenere in maniera concreta la creatività intellettuale e culturale, aprendosi alle altre culture e rafforzando i valori della tolleranza e della fratellanza nel mondo.
Ad arricchire i festeggiamenti di un Paese già riconosciuto dall’Onu Centro Umanitario mondiale, di cui l’Emiro è stato insignito leader, la riapertura delle famose Torri del Kuwait dopo cinque anni di lavori di restauro, attrazione turistica ma soprattutto simbolo del Kuwait nel mondo.
2 marzo 2016
FOTO
http://www.timeskuwait.com/Times_Kuwait-celebrates-55th-National-Day-25th-liberation-Anniversary
FOTO TORRI RIAPERTE (KUNA)
http://www.gdnonline.com/Details/68711/Iconic-Kuwait-Towers-reopen-after-five-years