Emanuela Ulivi
E’ un exploit. 52.833 visitatori – dati ufficiali - nella prima settimana dall’inaugurazione del 2 maggio scorso. Semplicemente perché il padiglione del Kuwait, paese di cui non si parla tutti i giorni, è uno dei più belli e sorprendenti di EXPO Milano 2015, anche se è già molto altro. Si entra attratti e accolti dalle vele del Dhow, la vecchia imbarcazione simbolo di un intero popolo, per ritrovarsi tra sabbia e giochi d’acqua, show interattivi, nell’ambiente e nella storia dell’emirato in cui lavoro, idee, tecnologie avanzate, ricerca scientifica hanno reso possibile creare la vita nel deserto, diventato fertile e abitabile in nome di un’economia moderna che non è solo petrolio.
Un successo per il Kuwait al suo primo evento di dimensioni mondiali, per il quale ha investito nel nostro Paese. Progettato dalla Nussli Italia (l’azienda che ha chiuso il maggior numero di contratti per Expo), sviluppato dallo studio di Italo Rota e realizzato da aziende italiane, il padiglione dell’emirato del Golfo ha per tema “La sfida della natura”, ad indicare lo sforzo che ieri come oggi impegna il Kuwait principalmente in tre ambiti. L’acqua potabile, pur avendo sette impianti che producono 1,85 miliardi di litri d’acqua al giorno. L’agricoltura, oggi concentrata sulle colture di palme e patate, mentre sono molto diffuse le coltivazioni nelle serre e quelle idroponiche che si possono vedere anche ad Expo. L’energia, settore in cui si investe nella ricerca di fonti energetiche come il solare e l’eolico da sostituire al petrolio. Grandi risultati e progetti – compresa la vasta campagna di educazione alimentare - visibili nei 2790 metri quadri espositivi anche dai bambini, per i quali è stato realizzato un sentiero con attrazioni posizionate ad altezza del loro naso. E dove si offre, a domicilio, una full immersion nella cultura, nelle atmosfere, usanze e tradizioni del Kuwait, a cominciare ovviamente da quelle gastronomiche.
C’è poi il valore aggiunto che il Kuwait ha portato a questa esposizione universale il cui tema è Nutrire il pianeta. Energia per la vita, prolungando le tematiche alimentari con un altro racconto che riguarda chi il pane non ce l’ha e ha bisogno del sostegno e della solidarietà dei Paesi più ricchi. Anche questo è il Kuwait, dichiarato dall’Onu nel settembre scorso “centro umanitario mondiale”, consacrando l’Emiro quale leader mondiale umanitario, per gli aiuti e la cooperazione internazionale in tutti i settori ai quattro angoli del mondo.
Posizionata tra la Germania la Svizzera e gli USA, la sezione del Kuwait è stata anche al centro delle attenzioni della diplomazia, a dimostrazione che la natura sfida l’uomo su vari versanti e che attorno al cibo si può ragionare. Nonostante non ci siano relazioni diplomatiche tra i due Paesi, l'ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon ha visitato il padiglione del Kuwait perché, ha spiegato, in Kuwait viene impiegato lo stesso sistema di irrigazione a goccia inventato dagli israeliani.
“Goccia” trasversale che fa venire in mente il messaggio inviato all’inaugurazione del padiglione del Kuwait dall’emiro Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, e dal primo ministro Jaber Mubarak Al-Hamad Al-Sabah: "Trasmetto a voi un messaggio di cooperazione, di amore, di pace internazionale nel raggiungere gli obiettivi di questa esposizione”. Parole pronunciate dal ministro dell’Informazione e delle Politiche Giovanili sheikh Salman Al-Sabah, che tagliato il nastro in rappresentanza del primo ministro, ha auspicato che la presenza del Kuwait ad Expo sia occasione per rinsaldare ulteriormente le relazioni tra il Kuwait e l’Italia iniziate cinquant’anni fa.
Accolte dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, le alte rappresentanze dello stato del Kuwait, tra le quali l’ambasciatore dell’emirato in Italia, sheikh Ali Khaled Al-Sabah, e il Console Generale a Milano Abdulnasser Bu Khadour. Ma c’era anche l’amministratore delegato della KUNA, l’agenzia nazionale di stampa kuwaitiana, Mubarak Al-Duaij Al-Sabah, che due giorni dopo, a Roma, ha firmato un accordo di cooperazione ad ampio raggio con l’ANSA, in cui si prevede un ampliamento delle prospettive di lavoro comune tra le due agenzie, dallo scambio di notizie e di prodotti multimediali fino alla condivisione di tecnologie. Collaborazione che ha nel suo orizzonte anche l’idea avanzata dal ministro Alhumoud Al-Sabah: “I rapporti tra Italia e Kuwait sono particolarmente buoni, perché noi non dimentichiamo che il vostro paese nel 1990 ha contribuito alla liberazione del Kuwait. Per questo a noi piacerebbe una presenza attiva dell'ANSA in Kuwait". Mentre nell’immediato, l'ambasciatore Al-Khalid Al-Sabah, vista l'importanza che il Kuwait dà all'Expo di Milano, ha proposto possibili eventi organizzati con l'ANSA all'interno del padiglione kuwaitiano, come vetrina delle tecnologie avanzate dell'ANSA in materia di diffusione di notizie a livello multimediale.
12 maggio 2015