Emanuela Ulivi 

E’ alla sua opera prima l’autrice kuwaitiana Mai Al Nakib, vincitrice del Festival Internazionale del Libro di Edimburgo 2014 con il titolo La luce nascosta delle cose (The Hidden Light of Objacts) un insieme di racconti sulla vita quotidiana in Medioriente. La sua in particolare. Aveva 19 anni quando Saddam Hussein invase il Kuwait e il cielo diventò scuro del fumo dei pozzi di petrolio bruciati. D’improvviso tutto cambiò, l’infanzia diventò il tempo perduto e sognato, che neanche il nuovo Kuwait ricostruito ha potuto poi ridarle. 

Si è insinuato allora nel suo animo il senso del provvisorio, un sentimento che a detta dell’autrice appartiene un po’ a tutti quelli che vivono in un Medioriente costantemente attraversato da conflitti. Non solo l’invasione del Kuwait ma anche il conflitto israelo-palestinese e quello in Iraq, fanno da sfondo nella sua narrazione a storie in cui Mai Al Nakib indaga le contraddizioni intime che attraversano la vita affettiva, il matrimonio e l’età adulta e nelle quali si fa strada l’importanza delle cose per tenere viva la memoria. Che cosa porterei via con me se succedesse qualcosa? si chiedeva l’autrice fino a qualche tempo fa. 

Mentre oggi, stringendo il premio del festival di Edimburgo Mai Al Nakib si chiede se non ci sia il desiderio di conoscere un altro volto del Medioriente, diverso da quello dipinto dai media. Cosa di cui è convinta Arend Kuster, della Bloomsbury Qatar Foundation Publishing, la casa editrice che ha pubblicato il libro, affermando che il premio a Mai Al Nakib è indice dell’interesse nell’ascoltare voci nuove dal Golfo e dalla penisola araba.

3 novembre 2014

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