Si è tenuto ieri a Kuwait City il meeting dei leader arabi che sembra aver ricomposto la frattura che è stata creata dall’attacco di Israele sulla Striscia di Gaza. Egitto, Qatar, Kuwait, Arabia Saudita e Siria hanno cercato di far una riconciliazione, ma il Primo Ministro del Qatar Sheikh Hamad bin Jassem Al-Thani non ha fornito dettagli sull’accordo.

L’Emiro del Kuwait Sheikh Sabah Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah ha aperto l’incontro, chiedendo ai paesi di fare passi concreti per stabilizzare e rendere effettivo il cessate il fuoco. Gli scontri che si sono verificati nei giorni precedenti hanno fatto si che alcuni stati richiedessero azioni forti, mentre altri azioni più moderate. Il Kuwait ha dichiarato di voler donare 500 milioni di dollari per mettere in atto dei progetti di sviluppo sotto la supervisione del Fondo Arabo per lo Sviluppo Economico e Sociale, 34 milioni di dollari all’Agenzia di Soccorso e Lavoro dell’ONU e 1 miliardo di dollari per la ricostruzione di Gaza. Durante il meeting è stato affermato anche che gli attacchi da parte di Israele alla Striscia di Gaza possono essere considerati crimine contro l’umanità e come tale deve essere condannato. L’Emiro ha chiesto ai capi palestinesi di superare le loro differenze e i loro contrasti per proteggere il loro popolo e di cercare una soluzione per creare uno stato palestinese con capitale a Gerusalemme. Ha dato molta importanza alla gioventù palestinese, che secondo lui deve essere incoraggiata, creando delle opportunità per incentivare lo sviluppo e mantenere la sicurezza nel mondo arabo e permettere così loro di costruirsi un futuro.

Dal meeting è emerso anche che i paesi arabi stanno andando incontro a una crisi economica insolita. Il Ministro degli Esteri del Kuwait Sheikh Mohammed Al-Sabah ha affermato che i paesi arabi hanno perso negli ultimi quattro mesi 2,5 trilioni di dollari e che il 60% dei progetti di sviluppo sono stati bloccati. Per la ricostruzione di Gaza sarà approvato un fondo di 2 miliardi di dollari, ma sarà necessaria una collaborazione internazionale per poter ricostruire in tempi brevi la parte distrutta dalla guerra. Fonte: Kuwait Times

20 gennaio 2009

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