Emanuela Ulivi

Mentre agli Uffizi e al Bargello è in corso la mostra Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento, a testimonianza di antichi scambi tra la città e i paesi ad Oriente, dove sono arrivati alcuni pezzi dal Kuwait, il 5 luglio scorso al museo Stibbert - che a questa mostra ha dato in prestito alcune lacche persiane finora mai esposte - sono state presentate due armature appena restaurate a cura dell’Associazione nazionale Italia – Kuwait, appartenenti alla collezione dei guerrieri islamici.

Si tratta di due armature della fine del XVIII secolo di finissima lavorazione, collocate a terra su manichini tra guerrieri a cavallo nella sala dedicata all’armeria islamica del poliedrico museo diretto da Enrico Colli. Una proviene da quello che era il reame del Sind, nel Nordest dell’India, oggi provincia del Pakistan. “E’ stata realizzata – ha spiegato il curatore dell’armeria dello Stibbert Riccardo Franci - nel periodo in cui la regione era dominata dagli emiri della tribù dei Talpur che resistettero al potere per appena sessant’anni, dal 1783 al 1843, quando fu conquistata dalle truppe britanniche e annessa all’impero. Dato il breve dominio dei Talpur, poche di queste armature furono realizzate e ancora meno ne sono sopravvissute nella loro forma completa”. Oltre a questa allo Stibbert, ce n’è una, segnala Franci, al Metropolitan Museum di New York e un’altra alle Royal Armouries di Leeds.

Di manifattura indiana, di una raffinatezza e ricchezza di decorazioni tali che per Franci era sicuramente destinata ad un esponente dell’altissima società indiana, la seconda armatura è composta da elmo, cotta e calzoni di maglia, corazza a 5 specchi, guanti di maglia, scarpe e fusciacca. Ogni pezzo è realizzato con materiali e tecniche unici, senza parlare dei decori con piante e uccelli in volo. Il restauro di entrambe le armature ha richiesto un lavoro certosino, sia sulle parti metalliche che sulle parti in pelle e in stoffa.

L’aver restituito al pubblico questi due pezzi della collezione, segna in maniera visibile la collaborazione tra il museo Stibbert e l’Associazione Nazionale Italia – Kuwait, presso la quale ha sede l’associazione degli Amici del Museo Stibbert, e prefigura altri interventi di restauro della stessa collezione. Dall’altra rappresenta un altro tassello della presenza concreta dell’Associazione presieduta da Pierandrea Vanni, che dal 1990 da Firenze e con Firenze è stata vicino al Kuwait e al Golfo, anche attraverso la cultura. Amicizia ricambiata dall’emirato e dal suo ambasciatore, S.A. Ali Khaled Al-Jaber Al-Sabah, presente in questa occasione allo Stibbert per rinnovare il suo apprezzamento per la città – per la quale ha un feeling particolare - la sua arte, la sua cultura.

E’ una relazione solida quella tra Firenze e il piccolo emirato intessuta dall’Associazione Italia –Kuwait che data dalla Guerra del Golfo, quando finita la guerra con l’Iran, l’Iraq invase il Kuwait, lo occupò per farne una provincia depredandolo di tutto, fino a ritirarsi con migliaia di prigionieri al seguito, lasciando dietro di sé il fumo dei pozzi di petrolio in fiamme. Il mondo culturale e politico della città ne fu colpito e scelse da che parte stare. Il gemellaggio tra Firenze e Kuwait City, la capitale di uno stato che si voleva cancellare dalla carta geografica, fu il primo segnale.

28 anni dopo è il Kuwait che ha scelto di investire in Italia, nonostante i problemi economici mondiali. “Stiamo concludendo – ha detto l’ambasciatore - il progetto di acquisto per 9 miliardi di dollari degli Eurofighter, firmato col governo italiano, che saranno costruiti in Italia da 5.000 lavoratori e prevede l’addestramento dei piloti. Ed è iniziata la cooperazione anche a sostegno delle imprese tra i fondi dedicati dell’Italia e del Kuwait. Questo è il frutto della collaborazione e dell’amicizia tra i nostri paesi”. Che da ottobre saranno più vicini anche grazie ai 4 voli della Kuwait Airways in partenza da Milano, che vanno ad aggiungersi ai 4 da Roma.

La storia di questa lunga amicizia è racchiusa nel libro appena edito dalla Medicea A fianco di un piccolo paese – L’impegno dell’Associazione Italia-Kuwait dal 1990 ad oggi, curato da Aurora Castellani. I fatti, le testimonianze e una inedita documentazione fotografica segnano le tappe di questo legame tra il Kuwait e Firenze, la Toscana, l’Italia delle istituzioni. Con le mostre, i viaggi, l’attività parlamentare per il recupero dei prigionieri di guerra. E tra il Kuwait e l’Associazione, dove ogni kuwaitiano trova amicizia, accoglienza e collaborazione ne è nato un libro che “abbiano avuto la faccia tosta di pubblicare nel senso che parlare di storia dell'Associazione può sembrare eccessivo ma qui troverete il lungo cammino che abbiamo percorso.” ha chiosato il presidente e fondatore Vanni, annunciando che uscirà anche un'edizione in inglese.

Ma la storia non è storia se non è raccontata. Il volume, 270 pagine, è stato presentato allo Stibbert da Umberto Cecchi, capocronista di Firenze della Nazione al tempo dell’invasione irachena, che una mattina di agosto di 28 anni fa vide arrivare nella sua stanza Pierandrea, collega al giornale, ad annunciargli trafelato che Kuwait City era stata occupata, che era stato compiuto “ un crimine contro un paese civile e pacifico”. Questo sussulto, condiviso dall’editore, non rimase isolato e scosse le coscienze, anche quelle assopite sotto l’ombrellone in riva al mare. Fu la mano tesa al popolo kuwaitiano da una città lontana, afferrata con stupore e tanto calore. Oggi i sentimenti e i valori sono ancora gli stessi di quando nel 1990 sindaco di Firenze era Giorgio Morales, nominato poi presidente onorario dell’Associazione. Li ha rievocati il presidente del Consiglio comunale di Firenze Andrea Ceccarelli: sono quelli dell’I care, della tradizione dell’accoglienza nella legalità. Sono i pilastri di Firenze che, ha aggiunto l’assessore Lorenzo Perra, investe 40 milioni di euro in cultura, ma ancora non abbastanza. Sono i tratti di una città che ha tra i suoi simboli il David di Michelangelo, emblema del debole che sconfigge il gigante.

7 luglio 2018

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