Emanuela Ulivi
La contemporaneità dell’arte nei tratti pittorici di quattro giovani artiste kuwaitiane, è approdata a Firenze. Un flash su una realtà culturale in piena effervescenza e inattesa come quella del piccolo emirato del Golfo, regalo dell’Ambasciata kuwaitiana in Italia che ha voluto esporre le opere in mostra a Roma nella città in cui è nata e ha sede da 27 anni l’Associazione nazionale Italia – Kuwait.
Allestita a Palazzo del Pegaso grazie all’ospitalità del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani e aperta per soli due giorni, la mostra è stata inaugurata ieri, presenti tre delle quattro artiste, molto conosciute in Kuwait e all’estero. Reham Al Raghaib, pittrice e regista premiata a luglio con la menzione speciale al festival MigrArti Film Festival a Caltabellotta per Globalization, che si dice ispirata dall’arte italiana. Tra le sue opere, il ritratto della celeberrima cantante Ayshah Al Marta: Reham Al Raghaib l’ha scomposto in sei tele per “far esplodere” l’immagine, debordante sugli spessori per poterla vedere da ogni angolatura. E per dire che “in Kuwait abbiamo arte, cultura e molto altro”.
Tele di donne che ritraggono donne, pitture dal segno e dalle suggestioni contemporanee, difficilmente inquadrabili in un filone o provenienza, che catturano l’occhio occidentale per qualche reminiscenza, un’arte senza patria, oltre i confini. Manal Al Shuraian unisce la bellezza e la scrittura, disegnando parole sul velo delle donne, senza un significato specifico ma assecondano il dipinto. Tra le sue opere, tre compongono una sequenza: sono volti di donna, una con gli occhi coperti, una con un solo occhio visibile, una terza che li mostra entrambi, per dire cosa può diventare la donna nel tempo. Che sotto ogni velo c’è un’anima diversa e anche senza figli e famiglia, in ogni aspetto della vita la parte fondamentale è la donna. E’ lei infatti la regina nei quadri di Shaimaa Ashknani, con la sua corona, la sua scorza esteriore e la delicatezza della sua interiorità, racchiusa dalla pittrice nella simbologia del melograno presente in scene di donne ritratte nella loro quotidianità domestica, come accade nel suo paese, in pose di abbandono tra musica, libri, chiacchiere pomeridiane. Oppure sono senza bocca, ma non afone, con le guance clownesche e i nasi squadrati, calati sul volto come armature e sormontati da grandi occhi bistrati, dallo sguardo diretto, che nei loro habitus ti dicono chi sono, cosa sentono, come si percepiscono. Stanno, bellissime, le donne di Fetooh Shammoh, la pittrice presente non di persona ma con i suoi quadri.
Questa toccata e fuga di arte contemporanea dal Kuwait ha suscitato “l’interessamento del vicesindaco di Firenze Cristina Giachi ad ospitare una mostra di artiste del Kuwait in tarda primavera e per un periodo più lungo”, ha annunciato il presidente dell’Associazione Italia – Kuwait Pierandrea Vanni all’inaugurazione, cui hanno voluto essere presenti l’Ambasciatore del Kuwait, S.A. Sheikh Ali Khaled Al Jaber Al Sabah e la moglie, la signora Sarah Alrakayan. Rinnovando nei loro messaggi l’amicizia del Kuwait con Firenze, la signora, che ha caldeggiato questa esposizione a Firenze, ha sottolineato in particolare l’attaccamento alla città culla di arte e di civiltà, e come questa mostra sia un ulteriore messaggio di amicizia tra la Toscana e il Kuwait. Sentimento ricambiato che anche oggi trova nell’arte una delle sue espressioni più evidenti, come è stato all’indomani della liberazione del Kuwait dalle truppe irachene quando fu ospitata in Palazzo Vecchio la mostra sui tesori del Kuwait, in segno di rinascita. Questo il messaggio di Eugenio Giani accogliendo gli ospiti nella Sala degli Affreschi, alla cerimonia cui hanno preso parte il presidente del Consiglio Comunale di Firenze Andrea Ceccarelli e il consigliere Marco Colangelo, Sandra Buyet per l’UNICEF di Firenze, il copresidente dell’Associazione Italia-USA Andrea Loren Davis, Giuseppina Carlotta Cianferoni della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, gli amici dell’Associazione Italia Kuwait.
30 novembre 2018