A poco più di un centinaio di chilometri da Mosul, la capitale dello Stato Islamico, c’è Hatra, la più grande città araba precedente l’Islam, all’incrocio delle vie di comunicazione tra la Mesopotamia centrale, la Siria e il Mediterraneo, in cui è ancora visibile l'impianto urbanistico con le fortificazioni e i templi all'interno. Dichiarata dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il sito archeologico di Hatra è approdato alla cronaca sotto i colpi di piccone dei jihadisti di al-Baghdadi, nelle immagini postate alcuni giorni fa dagli stessi signori nell’intento di mostrare come vengono cancellati i segni di religioni altre dalla loro. Un copione già visto nei siti di Nimrud e Mosul, se non fosse per i colpi di kalashnikov sulle antiche mura istoriate. 

Proprio ad Hatra dal 1984 al 2000 ha operato la missione archeologica dell'Università degli Studi di Torino la cui direttrice, Roberta Ricciardi Venco, professore emerito all'Università di Torino, sarà a Firenze il 20 aprile per una conferenza - alle ore 15 presso l’Auditorium S. Jacopo, in via Faenza 43 - in cui parlerà di Hatra, Citta' del Sole, offrendo un'occasione unica per conoscere uno dei siti archeologici più importanti di tutta la Mesopotamia e per capire meglio la portata delle notizie che arrivano oggi dall’Iraq e dal Medioriente. 

La conferenza è promossa dal CAMNES, il Centro Studi antichi del Mediterraneo Antico e del Vicino Oriente, che ha sede a Firenze e costituisce un network internazionale di ricerca e di formazione in archeologia. 

Un assaggio già nella presentazione: “La presenza al centro della città di un grande e ricco Santuario (i Grandi Iwan) indica come lo sviluppo di Hatra fosse dovuto principalmente al suo ruolo di centro religioso dedicato a Shamash, il dio Sole, venerato dalle tribù arabe. All’importanza religiosa e commerciale si univa la posizione strategica della città, paese cuscinetto tra il limes romano e la Mesopotamia partica. Hatra fu infatti assediata senza successo sia da Traiano sia da Settimio Severo e cadde solo nel 240-241 d.C. per mano dei Sasanidi, la dinastia iraniana che si sostituì alla potenza partica. Dopo la caduta in mano sasanide la città venne progressivamente abbandonata e, di conseguenza, la sua facies più recente si è mantenuta in modo eccezionale”.

17 aprile 2015

e. u.

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