Ad oggi sono già 58 gli studenti già iscritti al primo corso di lingua italiana della Sultan Qaboos University di Mascate, uno dei più prestigiosi atenei e unica università pubblica del sultanato dell’Oman. Lo fa sapere il Ministero degli Affari Esteri precisando che ad una settimana dall’annuncio del corso, è stato necessario istituire due classi di insegnamento.
La Sultan Qaboos University, che aggiunge l’insegnamento dell’italiano a quelli del francese, del tedesco e del persiano, ha dei legami consolidati con l’Italia e le Università italiane, in particolare con quelle di Pisa e di Bologna in ambito scientifico e archeologico, con le quali sono stati sottoscritti dei Memorandum d’Intesa.
Dopo il protocollo di cooperazione firmato a Roma nel 1988, le relazioni culturali tra l’Italia e l’Oman hanno avuto infatti grande impulso. Nel settore archeologico, esperti italiani hanno preso parte al restauro di numerosi forti omaniti, tra i quali quelli di Jabrin, Nizwa, Muttrah e Bahla. Altri progetti di rilievo in questo settore hanno riguardato l’area di Ja’alan, affidata all’Università di Bologna in collaborazione con l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, mentre il progetto condotto dal Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell’Università di Pisa, ha curato gli scavi del sito di Khor Rori classificato dall’Unesco come patrimonio storico dell’umanità. Sempre con l’Università di Pisa è stata avviata nel 2003 una campagna di scavi nel sito di Saluth, che ha permesso di individuare uno dei principali insediamenti della regione risalente all’Età del Ferro. Tra l’Università di Venezia e il Ministero del Patrimonio Nazionale dell’Oman, è in corso un progetto per il recupero e l’interpretazione di iscrizioni arabe in antiche moschee. Ci sono poi borse di studio e seminari, che costituiscono occasioni di scambi.
Un progetto particolare è stato quello della nave di Megan, la cosiddetta nave nera dell’Età del Bronzo che prende il nome antico del sultanato dell’Oman, ricostruita nel 2005 a Marina di Ravenna nei cantieri Dellapasqua, dagli studenti del corso universitario di Conservazione dei Beni Culturali del professor Maurizio Tosi, archeologo, studioso e fautore dell’iniziativa, sotto la guida di Tom Vosmer del Western Australia Marittime Museum di Freemantle. Una nave che con l’impegno di istituzioni pubbliche e private, ha unito due mari e due Paesi.
4 novembre 2014
E.U.