E’ morto ieri al Cairo all’età di 84 anni, Ahmed Fouad Negm, il “poeta del popolo” che con la sua poesia in arabo colloquiale ha ispirato intere generazioni, fino ai giovani di piazza Tahrir.
Negm divenne famoso tra gli anni ’70 e ’80, quando i suoi versi musicati e cantati dall’ artista cieco Sheikh Imam Issa nei caffè popolari, conquistarono anche gli studenti. Critico del potere, non meno che degli islamisti, Negm si definiva un laico. Amava il proprio Paese del quale denunciava i mali, interpretando i sentimenti diffusi nel Paese passato dalla grandezza dell’antichità alle sconfitte del ‘900 con Israele, e all’autoritarismo del presidente Mubarak. Comunicava insieme i sentimenti degli emarginati, ironizzando sull’élite, sempre più distaccata dalla gente.
Povero lui stesso per scelta, Negm indossava l’abito tipico arabo, la jallabiah. Abitava in un piccolo appartamento che lo stato gli aveva dato nel 1992 dopo che il terremoto aveva distrutto la sua povera casa.
Negm stava per ricevere ad Amsterdam il Prins Claus Award, per il lirismo e la bellezza della sua poesia. Ma sarà ricordato anche per aver dato voce al popolo e alle sue attese di giustizia.
4 dicembre 2013