Donatella Mercanti
Nessun luogo è così lontano da non poter essere raggiunto dai volontari dell’Unicef.
Molti sono i progetti seguiti da Unicef Italia nel mondo, come ci ricorda Gian Paolo Porcu coordinatore dell’Area Programmi e Comitati Locali per il Comitato Italiano Unicef di Roma, “vorremmo raccontare cosa si sta facendo per il Libano e per l’Emergenza Siria, le nostre priorità del momento”.
“Con il progetto sul diritto all’istruzione per i bambini svantaggiati, si vuole garantire in Libano, nelle aree più remote del paese, l’accesso a scuole nuove e ristrutturate, dotate di acqua e impianti igienici adeguati”, ci viene spiegato.
“In Libano il diritto dei bambini all’istruzione e allo sviluppo è limitato da instabilità politica e da nette disuguaglianze sociali, nonostante un PIL procapite di oltre 8000 dollari, in costante crescita, il 35% degli 1,4 milioni di bambini tra zero e quattordici anni- uno su tre- continua a vivere in condizioni di povertà”, questo ci testimonia il rapporto Unicef. Appena la metà dei bambini poveri ha accesso alla scuola primaria, e uno su quattro alla secondaria, con sacche di esclusione concentrate nella scuola pubblica, dove sono quasi del tutto assenti gli standard minimi di qualità. Il Sud del paese è stata la regione più direttamente colpita dalla guerra con Israele, con oltre 500.000 sfollati e la distruzione di diversi edifici scolastici. Ad alcuni anni di distanza , tanto il recupero psico-sociale dei traumi subiti dai bambini quanto la ricostruzione delle infrastrutture distrutte, appaiono incompleti, molte tensioni sono ancora presenti. Nel Nord del paese molti villaggi dell’interno sono segnati da condizioni di grave povertà ed emarginazione che spingono la popolazione ad emigrare. Nelle zone montuose più isolate, sono pochissime le opportunità di formazione, gioco e attività sportive. I rifugiati palestinesi rappresentano il 10% più povero del microcosmo libanese. L’11,5% delle famiglie ha un capofamiglia donna e vive in estrema povertà. Il 53% dei palestinesi registrati continua a vivere nei campi profughi, sovraffollati e malsani. Il governo del Libano richiede reciprocità tra gli stati nella concessione dei diritti ai residenti stranieri, gli oltre 420.000 profughi palestinesi in Libano, privi di uno stato, hanno un accesso limitato alla previdenza pubblica, ai servizi sociali e all’istruzione, molti non possono esercitare gran parte delle professioni civili fuori dai campi, né frequentare le scuole e le università libanesi.”
L’Unicef fornisce assistenza e sostegno al Ministero dell’Istruzione Libanese con l’obiettivo di migliorare l’offerta educativa e le attività extra-scolastiche e di favorire il coinvolgimento pieno delle comunità locali. Il progetto sul campo, dedicato a sostenere il diritto all’istruzione, mira a coinvolgere i bambini di scuola primaria e secondaria in attività socio-ricreative e sportive, sfruttando strategicamente questa partecipazione per accrescerne non solo il livello di istruzione, ma anche le capacità relazionali e le competenze di base utili nella vita quotidiana, con lo scopo di farne dei soggetti consapevoli e promotori di sviluppo in seno alle rispettive comunità, utilizzando gli edifici scolastici come punti di incontro e aggregazione comunitaria. Sono stati coinvolti oltre 1000 scolari d’età tra i sette e gli undici anni, nel primo anno d’attuazione del progetto, per raggiungere un totale di 2000 scolari a fine 2012, di 24 scuole beneficiarie: tre al nord (Fnaidek, Deir Dalloum e Wadi El Jamous), 21 scuole al sud, nella regione di Tiro. Beneficiari di questa azione di intervento saranno anche ragazzi di 15-21 anni formati come tutori dei più piccoli, il personale scolastico coinvolto nella gestione delle attività previste e le famiglie e comunità locali. Sarebbe interessante sostenere questo progetto di opera capillare anche nel 2013 . Finora si è proceduto a una mappatura delle condizioni socio economiche delle comunità e alla valutazione dello stato dell’istruzione nelle 24 scuole, con attenzione agli aspetti dell’abbandono scolastico, dell’analfabetismo, e ai bambini con speciali esigenze. Si è creata una rete di volontari tra i 15 e i 21 anni, selezionati e formati, che possano gestire le attività sportive e socio-ricreative destinate ai bambini delle scuole, un intervento psicoterapeutico per la comunità.
E’ poi necessario un potenziamento delle capacità delle amministrazioni scolastiche attraverso reclutamento e formazione (in accordo con il Ministero), di consulenti scolastici nella totalità delle scuole prese in carico, sette dei quali verranno selezionati per monitorare e coordinare il progetto Unicef. Importante è poi la fornitura di materiali e attrezzature per attività scolastiche, sportive e socio-ricreative, secondo i metodi delle “scuole amiche”, con attenzione alle condizioni dei servizi igienici e idrici, all’educazione sanitaria, alla pratica di sport come volley, calcio ed altri. Così si lavora nelle sedi Unicef insieme a tanti volontari, per portare sollievo, lenire traumi, e offrire nuove, concrete, possibilità di ricominciare e di ricreare la normalità.
Anche in Siria l’Unicef sta operando per raggiungere il maggior numero di bambini, donne e adolescenti, pare che il 52% degli sfollati a causa del conflitto bellico siano loro. Oltre 1,5 milioni di bambini sono stati vaccinati contro la polio, 1,3 milioni contro il morbillo, 1,3 milioni hanno ricevuto la vitamina A. Per il 2013 l’Unicef mira a raggiungere 3 milioni di bambini tramite vaccinazioni.
10 maggio 2013