Giulia Brugnolini
Il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’organizzazione non governativa turca Şefkat-Der - Associazione della compassione - ha lanciato “Donne sotto la minaccia di violenza domestica”, un programma di addestramento gratuito alla difesa personale.
In Turchia le statistiche fanno sapere che quasi ogni giorno viene uccisa una donna e che i reati di natura sessuale denunciati alla polizia sono aumentati del quattrocento percento negli ultimi nove anni. Nel rapporto del 2011 redatto dalla Commissione Europea in vista dell’entrata della Turchia nell’UE, si legge che le violenze domestiche sono ancora un grave problema.
Il primo corso di difesa inizierà i primi di dicembre nella città di Konya, a sud di Ankara, ma viste le oltre ventimila telefonate ricevute dall’annuncio del corso, l’Ong ha intenzione di replicarlo in altre regioni della Turchia, estendendo il servizio anche ai transessuali sempre più spesso vittime di odio. Le prime quindici partecipanti verranno preparate sia all’uso di un’arma personale e dei gas urticanti, che a gestire la rabbia per la violenza subita, spingendole a fare ricorso al sistema legale. Le donne che parteciperanno al training anti-violenza useranno un nick-name per presentarsi e parlando di sé indosseranno una maschera viola perché, fa sapere Hayrettin Bulan, presidentessa dell’Ong, il viola è il colore della resistenza.
Il ministro turco per la famiglia e le politiche sociali, Fatma Şahin, pur essendo una donna, non ha salutato favorevolmente l’iniziativa, dichiarando che le violenze domestiche non possono essere affrontate con l’uso di pratiche violente . ''Pensiamo invece che il fatto che le donne sappiano usare le armi possa essere un deterrente per gli uomini che hanno intenzioni omicide” ha replicato la presidente Bulan, aggiungendo che i corsi avranno un impatto soprattutto morale sulle partecipanti che sono chiuse nella loro paura e quindi si sentono impotenti. In Turchia dopo i ventun’anni chiunque può ottenere il porto d’armi, ma Sefkat Der propone che le donne che abbiano già subito violenze o minacce e che abbiano denunciato alla polizia possano godere di una detassazione dell’uso dell’arma da fuoco al pari di chi trasporta denaro.
29 novembre 2012