Donatella Mercanti
La Comunità Islamica di Firenze è impegnata, da tempo, in un progetto importante, il confronto culturale e interreligioso con la città. Ai cittadini e agli amministratori ha sottoposto un messaggio, un tema ‘caldo’ da discutere insieme. E’ possibile parlare di una moschea per Firenze senza alzare la voce, senza pregiudizi? “Una Moschea per Firenze”, era il titolo dell’ultimo incontro- avvenuto a fine Ottobre alle Murate- tra rappresentanti della cultura e religione musulmana, della chiesa cattolica, protestante ed ebraica, del Comune di Firenze (l’Assessore Cristina Giachi) ed esponenti della cultura, la Preside della Facoltà di Scienze Politiche, il Prof. Franco Cardini. “Un tavolo di garanzia, al quale tutti hanno potuto sedere, insieme ai cittadini”, ci spiega Elzir Ezzedin, Presidente della Comunità Musulmana di Firenze e della Toscana.
“E’ stata l’ultima tappa di un percorso cittadino democratico, che si è volutamente snodato per i vari quartieri di Firenze, aperto a tutti, in cui ognuno poteva esprimere la sua opinione, i suoi dubbi. L’ultima di dieci conferenze di quartiere, sull’opportunità di costruire una vera moschea a Firenze.” Ma cosa vuole e chiede la comunità islamica alla città ? “La Costituzione italiana garantisce il rispetto di ogni religione e del suo culto. Noi vorremmo che la moschea, in una città di cultura e arte come Firenze, fosse elemento di coesione interculturale e simbolo di rispetto. Un luogo sacro, bello, con un’architettura curata, che restituisca dignità religiosa ai cittadini musulmani di Firenze, un vero spazio di preghiera”, continua a dire Elzir Ezzedin.
La Comunità Islamica nasce a Firenze negli anni Novanta, inizialmente da un gruppo di studenti e di lavoratori, poi si espande, oggi conta più di trentamila membri. Ci sono già a Firenze quattro sale di preghiera, due presso la sede della Comunità, in Borgo Allegri, 64, una al Poderaccio, un’altra vicino all’Hotel Hilton. “ Si tratta di dare un volto vero, ufficiale, a una realtà che già esiste in città”, aggiunge Elzir Ezzedin. “Nelle sale di culto che abbiamo, si fanno due turni di preghiera, ma non bastano, lo spazio, ormai non è più sufficiente. Dopo l’11 Settembre la gente ha molta paura, anche terrore, dell’Islam, ed è comprensibile. Noi, però, parliamo di un islam tollerante, rispettoso delle altre religioni e tradizioni. Desideriamo una religiosità trasparente, che non cela niente nel suo seno, che non nasconde, dietro la preghiera o le sacre scritture, atti terroristici. Pensiamo che la diversità sia davvero una ricchezza, ed una ricchezza è conoscere l’identità cristiana e romana del paese che ci ospita. Chi non rispetta l’altro non rispetta se stesso”, sottolinea Elzir Ezzedin. “I cittadini fiorentini sono intervenuti ai nostri dibattiti, di tutte le età ed aree politiche. Ci ha fatto molto piacere. Sono aperti, critici, e forse più lungimiranti dei loro amministratori. Anche gli esponenti della cultura fiorentina hanno espresso un giudizio illuminato. I fiorentini chiedono che la moschea non sia costruita troppo in periferia e che non diventi un ghetto. La Comunità musulmana auspica che lo spazio della moschea sia scelto e deciso con il benestare degli amministratori della città, e che si istituisca un bando pubblico per affidare il progetto architettonico della moschea. Si è parlato dell’aula bunker vicino alle Murate, come area possibile, ma è solo un’ipotesi. Siamo sicuri che Firenze è una città aperta ed avrà la sua moschea, anche espressione di bellezza artistica.” “Io sono palestinese”, continua Elzir Ezzedin, “in Palestina studenti musulmani studiano in scuole cattoliche. Dove c’è vera cultura, c’è rispetto e pace con tutti”. Noi crediamo che non sia solo una bella utopia.
7 novembre 2012