Donatella Mercanti
Raccontiamo un altro progetto di cooperazione sanitaria internazionale, di grande importanza ed interesse, realizzato in Libano, e gestito dall’Ospedale pediatrico Meyer. A partire dal 2007, infatti, l’attuazione di tutta la strategia di cooperazione sanitaria internazionale è affidata all’Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze. “La struttura di coordinamento del Meyer lavora in sintonia con gli indirizzi politici di cooperazione internazionale della Regione Toscana e in stretta collaborazione con la direzione generale del Diritto alla salute e delle politiche di solidarietà, alla quale spettano le decisioni sulle scelte di strategie e sui progetti che vedano impegnati gli attori del sistema salute toscano”.
Grazie a tali accordi, dal 2008 il Comune di Arezzo è impegnato nel Progetto di sostegno allo sviluppo delle Cure Primarie in Libano, nell’ambito del programma delle Nazioni Unite “Art Gold” a cui partecipano quali partner italiani la Regione Toscana, la Asl 8 e Ucodep-xfam Italia. Questo piano di lavoro, predisposto dal Dr. Luigi Triggiano, medico e Presidente della Commissione Pace del Comune di Arezzo, si propone di offrire cure di base a chi, oggi, in Libano è senza copertura assicurativa pubblica (55% della popolazione). Esso coinvolge come protagoniste tre municipalità di Beirut Sud: Haret Hreik, Gobeiry, Burje Barajneh, (in tutto 450.000 abitanti). Luigi Triggiano, in rappresentanza del Comune e della Regione Toscana, in questi anni, con i partners libanesi, ha steso il programma di azione.
Ahamad Hatoum, vicesindaco di Haret Hreik, nel ringraziare il Dr. Triggiano e la sua equipe di lavoro, ricorda che questo progetto è nato dopo l’aggressione di Israele e la distruzione di Haret Hreik. Aggiunge il Dr. Triggiano : “Nonostante fosse il tempo degli attentati, ci siamo posti al servizio delle Municipalità libanesi, di cui abbiamo voluto sostenere il ruolo come promotori della salute della comunità e dell’ambiente. C’è una forte criticità nel sistema sanitario libanese, mentre spinge al consumismo sanitario, esclude dalle cure pubbliche larghe fasce di popolazione, come chi è disoccupato o chi va in pensione. E’ stato fondamentale convincere i Sindaci di Beirut Sud che era importante investire nella Sanità Pubblica, riformare il modello che eroga le Cure Primarie. La cultura diffusa in questo paese, e lo conferma il sindaco Hatoum, è che i Dispensari non hanno qualità, curano solo poche cose e sono per i poveri. E questa idea deve cambiare”.
“Il rapporto medico-paziente è basato sul rapporto personale e non sulla qualità del servizio. Dobbiamo abbandonare il concetto di Dispensari e trasformarli tutti in Centri veri di Cure primarie, PHCC. Da quando abbiamo iniziato il nuovo approccio, nel nostro centro sono aumentate l’utenza, le performance e le prestazioni”, conferma il vicesindaco Hatoum.
Con il sostegno dei sanitari aretini e della Asl 8, si sono costituite, per la prima volta in Libano, delle Equipe Multiprofessionali, collocate operativamente nei vecchi Dispensari, trasformati in veri Centri di Cure Primarie, un’iniziativa che rivoluziona il precedente modello, nuovo riferimento stabile per la popolazione. Il Centro Pilota è quello di Haret Hreik coordinato dal Dr. Fadi Aoun. Oggi i centri sono tre, l’orario di apertura è antimeridiano e pomeridiano, con la presenza di un’infermiera, del family doctor, del pediatra, dell’assistente sociale, del personale di segreteria. Part-time vi prestano servizio un odontoiatra e una ginecologa. Si è anche adottato un nuovo modello di cartella clinica. Il Centro di Cure Primarie come luogo di primo intervento, di prevenzione, rivolto alla collettività, si è valorizzato, si è voluta rinnovare anche la leadership della Direzione Sanitaria. La cooperazione toscana a Beirut ha conseguito un altro importante risultato: insieme a quaranta sindaci libanesi, si è stabilito di creare una “Cabina di Regia” libanese, per migliorare i progetti di politica sanitaria locale.
Nel 2015 l’impegno è l’apertura di altri due moderni PHCC, Centri di Cure Primarie. Il dialogo che si apre così, dice Triggiano, “è un dialogo di vita e non di ideologia”, tra cittadini del mondo.
8 Giugno 2012