Giulia Brugnolini 

VSB, ovvero “Ville Sans Bidonville”, la Città Senza Baraccopoli, il piano di edilizia popolare presentato dal Ministero dell’Ambiente, dell’Urbanistica e dello Sviluppo avviato nel 2004 che ha gia’ visto il trasferimento di migliaia di famiglie indigenti in cittadine di nuova costruzione, più sostenibili sia dal punto di vista umano che ambientale. Un apposito fondo di investimento ha coperto le spese iniziali e in corso d’opera, per ammortizzare i contraccolpi della crisi economica sulle famiglie, ha abbassato i tassi dei mutui. Il progetto non e’ ancora concluso, come ha avuto modo di sottolineare il Ministro dell’Urbanistica Ahmed Taoufiq Hejira lo scorso settembre alla conferenza ministeriale africana, presentando la nuova città di Tamesna, ma e’ già esempio concreto di come sia stata possibile la collocazione di oltre 10.000 famiglie in abitazioni di edilizia sociale, ovviando ad una carenza di circa 30.000 unità abitative nell’area urbana che comprende oltre alla capitale Rabat, i centri di Salè, Tèmara e Skhirat.

La Monarchia costituzionale democratica del Marocco, attraversata negli ultimi decenni da una serie di sconvolgimenti economici e sociali significativi, si è trovata alle porte del millennio ad affrontare una diseguaglianza sociale ed economica crescente e un’emigrazione imponente verso i Paesi occidentali che ha coinvolto e coinvolge un’altissima percentuale di giovani. A partire dal Programma di Aggiustamento Strutturale (1983 – 1993) imposto dal Fondo Monetario Internazionale al Marocco -così come ad altri Paesi africani-per insolvenza del debito, si è assistito ad una privatizzazione selvaggia dei servizi e al conseguente licenziamento di buona parte dei dipendenti pubblici, con un aumento della povertà e della disoccupazione. La porzione di popolazione sotto la soglia di povertà gia’ nel 2003 si attestava al 19%, contro il 13% del 1997, con il 10% dei più poveri che deteneva solo il 2,6% della ricchezza nazionale, mentre il 10% dei più ricchi ne possedeva il 30,9 %. In questo quadro drammatico si colloca l’Iniziativa Nazionale per lo Sviluppo Umano voluta dal re Mohamed VI – capo anche dell’esecutivo- che fin dalla sua messa in opera ha attenuato il disagio sociale dovuto al sottosviluppo e migliorato le condizioni di vita, in particolare nelle zone rurali dove tra il 2004 e il 2007 la povertà è passata dal 36% al 21%.

Ma l’iniziativa aveva anche l’obiettivo di migliorare le condizioni abitative delle fasce più povere della popolazione, cui si e’ dato avvio in prima battuta attraverso un adeguamento sommario delle baraccopoli con la costruzione di reti fognarie ed elettriche. Per poi passare al progetto VSB che si distingue per il numero di attori coinvolti in un’opera sistematica di demolizione e di ricostruzione che ad oggi interessa qualcosa come due milioni di persone, rappresentando una soluzione abbordabile da parte delle giovani famiglie a basso reddito o con lavoro precario, costrette a vivere in abitazioni di fortuna nelle periferie delle megalopoli di Rabat, Casablanca, Marrakech, per lo piu’ sprovviste di servizi essenziali come il bagno e la cucina. Dall’inizio del progetto 43 delle 85 città interessate sono state dichiarate “slum-free”, libere dalle baraccopoli. La regione nella quale il progetto ha avuto il maggior successo è stata quella orientale, dove la società immobiliare Al Omrane-Oujda, sotto l’egida del Ministero, è stata una degli attori principali nella realizzazione e progettazione delle aree di edilizia sociale.

Altro attore non trascurabile è stato il “Fondo di Garanzia per redditi bassi o irregolari” che ha ottenuto prestiti bancari a tassi agevolati per l’acquisto o la costruzione delle abitazioni popolari, con specifiche regole per il reclutamento dei beneficiari per prevenire la corruzione. Il Fondo ha coperto in alcuni casi anche il 100% dei costi edilizi per un importo totale di 109 milioni di dirham. Il mutuo per le famiglie è stato inizialmente fissato in rate da 1.500 dirham (l’equivalente di 130 euro) ma le difficoltà ad onorare il prestito riscontrate nell’ultimo biennio, hanno indotto il Fondo -col contributo del Ministero dell’Economia- a coprire parte del debito permettendo cosi’ di abbassare la rata fino a 1.000 dirham (90 euro).

La costruzione di Tamesna ha assunto un valore emblematico che ha scavalcato i confini nazionali, nonostante le immancabili critiche interne mosse ad esempio dal partito “Autenticità e Modernità” nel corso degli anni confutando i dati ufficiali sul numero degli abitanti delle baraccopoli. Nel 2010 le famiglie risiedenti nelle bidonville sarebbero state, a suo dire, 327.000 rispetto alle 130.000 del 2004, mentre secondo i dati del Ministro Taoufiq Hejira erano invece appena 97.000.

 “Il Regno del Marocco ha avuto estrema cura dello sviluppo di una città moderna, del turismo e del rispetto dell’ambiente” ha commentato invece il Ministro dell’Edilizia abitativa del Mali Yacoub Diallou alla conferenza ministeriale africana, aggiungendo: “sono sicuro che Tamesna costituirà per il Marocco come per gli stati africani un modello di sviluppo per le nuove città”. Tamesna conta attualmente 8.000 abitazioni (altre 12.000 sono in cantiere) e si estende su una superficie di 840 ettari che nel 2016, al termine della sua costruzione, saranno occupati, proprio come prevede il progetto, per non più del 45% da edifici in cemento, in modo da lasciare spazio a giardini, parchi e servizi di utilità sociale come l’università e la moschea. La scelta di investire nell’edilizia sociale in un’area cui vi è ancora lo spazio per costruire e quindi enorme potenzialità, dimostra l’intenzione di tutelare il territorio dalle multinazionali del land grabbing e del turismo selvaggio favorendo invece la coesione sociale. Scelta definita dalla Conferenza dei Ministri africani “questione di volontà”. Anche l’Onu ha riconosciuto la validita’ e la portata di quanto realizzato nel suo rapporto “Abitare nelle città africane", premiando la monarchia marocchina come il Paese che ha ottenuto i migliori risultati nella lotta contro le abitazioni insalubri.

24 aprile 2012

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