Emanuela Ulivi 

L’Oriente e l’Occidente possono incontrarsi anche al cinema, come accade in questi giorni in Qatar dove è in corso dal 26 fino a domani la seconda edizione del Doha Tribeca Film Festival che ospita il meglio della filmografia da tutto il mondo. Cinque giorni a tutto cinema che coinvolgono pubblico, produttori e registi, con spazi di discussione ed eventi con personaggi del mondo dello spettacolo, un giorno dedicato alle famiglie, una mostra multimediale.
 
Il festival è promosso dal Doha Film Institute, fondato quest’anno dalla figlia dell’Emiro, la sceicca Al Mayassa bin Hamad bin Khalifa Al-Thani, per dare impulso alla narrativa e fare del Qatar un luogo di riferimento dell’industria cinematografica. La sua attività é rivolta alla promozione della cultura cinematografica e al sostegno per dare vita ad una nuova generazione di registi, finanziando la produzione di film e prodotti televisivi e la nuova leva di autori arabi. L’Istituto ha come partner culturali la World Cinema Foundation di Martin Scorsese, i laboratori di regia “Maisha” di Mira Nair e soprattutto la Tribeca Enterprises di New York con cui condivide l’idea di dare vita ad una cultura comune educando alle arti, la settima compresa.  
 
La programmazione del festival che é ospitato al Villaggio Culturale di Katara, costa est di Doha, si articola in quattro sezioni che offrono una vasta gamma di proposte per tutte le fasce di pubblico. Alle categorie dedicate alla filmografia mondiale (una trentina di film tra i quali Miral di Julian Schnabel tratto dal libro di Rula Jebreal, presentato al festival di Venezia), allo Special Screening e al concorso sul cortometraggio arabo, quest’anno é stato aggiunto il concorso sul film arabo che comprende dieci film, quattro dei quali in prima mondiale. Si tratta di Grandma, A Thousand Times di Mahmoud KaabourHawi di Ibrahim El BatoutMan Without a Cellphone di Sameh Zoabi e The Mountain di Ghassan Salhab. A questa sezione sono riservati due premi, al miglior film e al miglior regista, mentre altri due riconoscimenti del festival sono legati all’indice di gradimento per il miglior film di narrativa e il miglior documentario.

Questo primo concorso sul cinema arabo testimonia la creatività dei registi arabi e di quelli appartenenti alla comunità ancora più estesa dei registi della diaspora araba, che guidati dalla passione creano film che arrivano al cuore dell’uomo”, ha affermato Hania Mroue impegnata a fianco della direttrice del Doha Film Institute Amanda Palmer, nella programmazione del festival, insieme ad altri personaggi del cinema quali il regista palestinese premio Oscar Scandar Copti. Ed ha aggiunto: "sono molto emozionata nel vedere registi giovani competere con autori di lungo corso” in un festival che testimonia “la ricchezza e la creatività del talento arabo”.

2 Novembre 2010

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