Irene Puca 

Si è tenuto presso la  Paulskirche a Francoforte Sul Meno il Friedenspreis 2010, Premio per la Pace, attribuito quest'anno allo scrittore israeliano David Grossman. Domenica 10 Ottobre l'autore è stato premiato, in concomitanza con lo svolgersi della Frankfurter Buchmesse, la Fiera del Libro di Francoforte, evento internazionale a cui prendono parte ogni anno migliaia di persone, alla presenza delle autorità locali e nazionali. Il Friedenspreis è il riconoscimento letterario più prestigioso assegnato ogni anno dall'Associazione dei Librai Tedeschi.

Grossman è stato premiato per il suo impegno attivo nella riconciliazione fra israeliani e palestinesi. Nella sua ultima opera, “A un cerbiatto somiglia il mio amore”, lo scrittore mostra l'importanza della lingua nella ricerca della propria identità e mette in guardia dalla sua progressiva militarizzazione. Come ha affermato Gottfried Honnefelder, presidente dell’Associazione dei librai e degli editori tedeschi, Grossman è una voce letteraria che viene ascoltata in tutto il mondo a proposito del conflitto, poichè lo ha vissuto in prima persona, avendo perso un figlio nel 2006 durante la guerra in Libano.

L’ex candidato presidenziale tedesco Joachim Gauck, all’atto della consegna del premio, ha affermato che dalle parole di Grossman, e in particolare dall'ultimo libro, emerge un potere speciale affidato alle parole, il coraggio e la volontà di reagire attivamente alla realtà che ci circonda. La scrittura, in un periodo e in una zona del mondo in cui la sopravvivenza non è così scontata e sicura, scrivere rimane l'unico mezzo di evasione dalla realtà, ma è anche un mezzo di rappresentazione fedele della realtà stessa. In Israele, come affermato dall'autore stesso, si è perso il diritto all'individualità e all'unicità. Non bisogna arrendersi a un destino che viene imposto da una guerra che si è protratta troppo a lungo. Le persone non devono essere condannate a rimanere vittime delle circostanze in cui sono nate, devono avere una scelta. Lo sfondo scelto nelle sue opere è la guerra in Israele per far si che i lettori vedano come le persone siano intrappolate in questo conflitto, o in qualsiasi altra guerra, come le relazioni umane siano state preservate, mantenendo tenerezza, compassione e sensibilità, nonostante il periodo storico in cui si trovano a vivere.  
Durante il discorso di ringraziamento Grossman ha ribadito la sua speranza di vedere al più presto la fine del conflitto, e sopratutto la volontà di vedere i popoli coinvolti nei vari conflitti smettere di preoccuparsi della propria incolumità, per ottenere nuovamente diritti e libertà. 

“Per me, pace non è solo la definizione di una situazione in cui tutte le azioni di guerra finiranno e Israele avrà ottime relazioni con i suoi vicini – ha concluso Grossman. - La vera pace, per Israele, consiste in una nuova possibilità di esistenza nel mondo. E forse - fra qualche anno, se questa fragile pace durerà – gli Ebrei non sentiranno più la presenza di un estraneo e la solitudine che hanno sentito a lungo fra le altre nazioni.”

Ci sono già state troppe vittime. Troppi ragazzi, da una parte e dell’altra, coetanei di Uri, il figlio ventenne che lo scrittore ha perso, non sono riusciti a costruire il loro futuro.

15 ottobre 2010

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