Elena Rossi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Un'alleanza tra mondo della sanità, cultura, religione, istruzione a favore di una vera cooperazione internazionale, per contribuire in maniera concreta al dialogo tra le civiltà e alla pace. Questo l'obiettivo - ambizioso, ma realistico - lanciato ufficialmente con le tre giornate di confronto tra professionisti della sanità italiani e tunisini (16- 18 ottobre), che si sono concluse con la Tavola rotonda svoltasi a Roma, al Centro socio- culturale tunisino di Via Cupa. L'incontro è stato organizzato dall'Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), dall'Unione Medica Euromediterranea (UMEM), dal Movimento internazionale "Uniti per Unire", dalla Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) e dalla ASL Rm4: insieme appunto al Centro socio-culturale tunisino e al Comitato Medici di Monastir (l'importante città, a sud di Tunisi, luogo natale del mitico presidente tunisino Bourgouiba, e sede di un'Università con Facoltà di Medicina e di Odontoiatria). "Vogliamo creare una vera squadra di lavoro tra medici tunisini, italiani e d'origine straniera", ha detto, in apertura, Foad Aodi, medico fisiatra, Presidente di AMSI, consigliere della Fondazione dell'Ordine dei Medici e Odontoiatri di Roma e Focal Point in Italia per l'Integrazione per l'Alleanza delle Civiltà(UNAoC).
Dopo gli interventi del Console tunisino a Roma Mohamed Tascou e del direttore del Centro socio-culturale, Faouzi M'rabet (sulle iniziative per la prevenzione, specie dei tumori al seno, e i corsi di lingua araba e musica, aperti anche agli italiani), la presentazione di dati sulla sanità in Tunisia da parte dei medici tunisini: nel Paese esistono 4 facoltà di medicina, 1 di Chirurgia odontoiatrica, 200 ospedali territoriali, 600 unità di sanità territoriale. Inoltre sono presenti 21.000 medici (40% specialistica, 60% medicina generale). "Soprattutto chirurgia cardiovascolare, pediatrica, oncologica, e cura della salute globale", sono le branche in cui i medici tunisini hanno chiesto la cooperazione dei medici italiani e dell'AMSI e di Uniti per Unire:visto il ruolo importante ricoperto sinora dalla Tunisia nella gestione dell'immigrazione".
In questa "Tre giorni" in Italia, i medici tunisini dell' "Association Avicenne" di Monastir hanno anzitutto visitato l' Ospedale "San Paolo" di Civitavecchia, città di mare da sempre simbolo di scambi commerciali e grandi flussi umani.
Giuseppe Quintavalle, direttore della ASL RM4 e segretario generale di "Uniti per unire", ha proposto l'organizzazione, appunto a Monastir, di un convegno per approfondire le possibilità di cooperazione sanitaria fra i due Paesi. Ricordando, poi, l'azione dell'equipe medica creata recentemente a Castelnuovo di Porto (Roma), per curare e vaccinare immigrati extracomunitari ("Solo così possiamo gettar concretamente ponti tra la gente, eliminando paure irrazionali frutto d'ignoranza diffusa"). Mauro Contili, Segretario generale dell'Università Anglo-cattolica "San Paolo", ha annunciato la nascita d'un nuovo organismo, frutto della collaborazione tra UniSanPaolo e settori della Polizia di Stato italiana, forte già di 10.000 iscritti in tutto il mondo: la Protezione Civile Internazionale "San Michele", di cui è stato nominato Presidente, per l'area euro-mediterranea, il prof. Aodi e la nostra università molto impegnata a favore del dialogo tra le culture ed il dialogo inter religioso con un obbiettivo d' aprire anche alla "San Paolo" una facoltà di Medicina".
Massimo Sabatini, rappresentante della FIMMG ha dato massima disponibilità per organizzare periodici scambi di esperienze tra medici di famiglia dei due Paesi e scambiare le varie esperienza visto l'importanza del ruolo del medico di famiglia nel SSN. Enrico Granara, Ministro plenipotenziario e Coordinatore delle Attività multilaterali per il Mediterraneo e per il Medio Oriente presso il Ministero degli Affari Esteri, ha evidenziato l'importanza della cooperazione in sanità e cultura a favore del dialogo tra le civiltà ed ha espresso apprezzamento per le attività di prevenzione in sanità e lo scambio socio-sanitario tra i vari attori della sanità.
Diego Pizzicaroli, rappresentante ufficiale in Italia dell'Azienda di Stato cinese per l'industria farmaceutica, ha sottolineato l'importanza d'una cooperazione italo-tunisina anche in campo economico e finanziario.
Intervenuto anche l'ex calciatore di Calcio professionista di origine palestinese Raafat Aodi che ha ribadito l'importanza dello sport come linguaggio universale e mondiale a favore del dialogo e della pace e per battere i muri e i pregiudizi.
"Oggi", ha aggiunto Aodi, "annunciamo ufficialmente la creazione dell'Unione Medica Euromediterranea (UMEM), forte di circa 30 associazioni compreso i medici tunisini: che preannunciai l'8 agosto a Nizza e si occuperà sia di medicina, immigrazione, aggiornamento professionale ed assistenza sanitaria ai profughi ed immigrati, minorenni e donne immigrati ed ha ringraziato la Tunisia e i suoi medici, in particolare per aver assistito, nel 201, più d' un milione di rifugiati dalla Libia verso la Tunisia.
Su quest'ultimo fronte, stiamo creando poi il Comitato #Cristianinmoschea, per proseguire l' iniziativa varata, in gran parte d' Italia, l'11 e il 12 settembre scorso, alla quale hanno aderito ad oggi ben 3.200 associazioni, confederazioni, federazioni, comunità, centri culturali e fondazioni varie. Il comitato #Cristianinmoschea è già stato ufficialmente invitato dal giornalista palestinese di Nazaret, Nader Al Tamer, attraverso intervista radiofonica al Presidente Aodi il 19 ottobre ad organizzare a Nazaret, in Galilea, una nuova edizione di "Musulmani in chiesa" e di "Cristiani in moschea" con il coordinamento del portavoce di Uniti per Unire in Terra Santa, il giornalista Mohamed Watad.
"Mentre iniziative come questa "Tre giorni", conclusa oggi, centrate su una seria cooperazione, devono servire sia ad impedire, in ogni Paese, la "fuga dei cervelli" all'estero sia, in prospettiva, a trasformare il Mediterraneo da tragico cimitero dei migranti in "Mare della speranza". Abbiamo voluto scegliere come punto di partenza Civitavecchia per lanciare un grido, insieme, di rabbia e di speranza; creando un' ideale "nave della speranza" Civitavecchia-Tunisi, che porti benessere e serenità ai Paesi oggi più coinvolti nell'emergenza immigrati".
20 ottobre 2016